Meta: saranno studiate più funzioni a pagamento per Facebook, WhatsApp e Instagram

Un'intrigante memo interna finita in mano a The Verge ha permesso di scoprire la costituzione, presso Meta, di una divisione dedicata a studiare nuove funzionalità a pagamento per le principali realtà social e di aggregazione del gruppo.

Meta: saranno studiate più funzioni a pagamento per Facebook, WhatsApp e Instagram

Non è la prima volta che Facebook, aka Meta, crea una divisione specializzata al suo interno, con uno scopo in particolare. Tempo fa venne inaugurato l’NPE Team con lo scopo di ideare nuove applicazioni, posto che gli enti antitrust mondiali non avrebbero visto di buon occhio altre acquisizioni, oltre a quelle di WhatsApp e Instagram. Nelle scorse ore, una memo interna finita in mano ai colleghi di The Verge ha però permesso di appurare l’intenzione, a Menlo Park, di creare una nuova e ulteriore divisione.

Secondo quanto emerso, la nuova divisione, nota come New Monetization Experiences, si occuperà di scovare, per le realtà che mettono assieme 3 miliardi di utenti, ovvero per Facebook, Instagram e WhatsApp “possibili funzionalità a pagamento“. A dirigere il team, sempre secondo le indiscrezioni in questione, sarebbe stata chiamata Pratiti Raychoudhury, attualmente tra i vice-presidenti di Meta, ma sino a qualche tempo fa ex capo della ricerca del gruppo, con un passato anche in PayPal e soprattutto in Yahoo, dove in effetti si occupava di individuare le tendenze dei consumatori. 

Interpellato in merito, un altro vicepresidente di Meta, John Hegeman, che si occupa delle opportunità di monetizzazione di Meta, ha spiegato che l’azienda, certo colpita dalla contrazione degli investimenti nel settore, oltre che dalle misure anti-tracking di iOS, è ancora impegnata principalmente sul far crescere le proprie attività pubblicitarie posto che non ha in mente di far pagare gli utenti per disattivare gli annunci pubblicitari. 

Tuttavia, dovessero essere individuati “prodotti, funzionalità ed esperienze” per i quali gli utenti dovessero essere disposti a pagare, tal che questi elementi costituissero delle “linee di reddito significative e fornire anche una certa diversificazione“, la cosa diverrebbe di certo attraente, spiega Hageman che, nello sbilanciarsi, quasi in una sorta di ammissione, ha poi aggiunto che “su un orizzonte temporale di cinque anni, penso che (la cosa delle funzioni a pagamento, ndr) possa davvero muovere l’ago e fare una differenza piuttosto significativa” nelle attività di Meta.

Quest’ultima, a oggi, ha già qualche opzione a pagamento, con gli utenti di Facebook che possono comprare stelle virtuali per finanziare i propri creatori preferiti e gli admin dei gruppi che possono far pagar per accedere a contenuti esclusivi. Da qualche tempo i creators su Instagram possono addebitare abbonamenti (da $ 0,99 a $ 99,99) per assicurare particolari vantaggi (partecipare a live particolari, avere post e Storie in esclusiva, etc), mentre, su WhatsApp, Menlo Park fa pagare alcune imprese in base ai messaggi che inviano ai loro client (sino a 10 cent di dollaro per conversazione).

Nel caso Meta dovesse spingere con maggior convinzione sulle feature a pagamento, sarebbe comunque in buona compagnia, con Discord che guadagna dall’abbonamento Nitro, TikTok che sta testando gli abbonamenti, Twitter che già varato i SuperFollows e Blue e, di recente, Snapchat e Telegram che hanno introdotto un’esperienza d’uso “premium”. 

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