Come noto, da diverso tempo Netflix, che ha visto susseguirsi non uno, ma due trimestre con annessi cali di utenti. Di conseguenza, la piattaforma di streaming ha avviato dei correttivi, lottando maggiormente contro la condivisione delle password, con rincari, licenziamenti, e tagliando alcune programmazioni non convincenti. In più, si è fatto registrare un maggior impegno nel gaming, con l’aggiunta di altri titoli anche di recente e con lo studio del cloud gaming: un altro dei modi per arginare il calo di utenti e quindi di entrate passerà per un piano d’abbonamento con pubblicità, a proposito del quale son spuntati nuovi rumors.
Secondo il Wall Street Journal, il piano d’abbonamento di Netflix, che prevede spot (di 15-30 secondi) a inizio e durante la programmazione, per massimo quattro minuti all’ora (vs i 18 minuti e 23 minuti all’ora della tv tradizionale), che verrà allestito con la collaborazione di Microsoft (che si occuperà del posizionamento di detti annunci sulla piattaforma), esordirà prima di quanto originariamente previsto, ovvero nei primi mesi del 2023. In particolare, grazie alla confessione di alcuni clienti interessati ad acquistare gli annunci su Netflix, quest’ultima avrebbe fatto capire come abbia in cantiere di far esordire il suo abbonamento ad supported il 1° di Novembre, in alcuni mercati in particolare, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Germania, Francia.
La motivazione di quest’anticipazione sarebbe quella di anticipare Disney+, il temibile rivale che ha programmato di far esordire il suo piano d’abbonamento con pubblicità, negli USA, al prezzo di 7.99 dollari al mese:, l’8 Dicembre: visti i tempi stringenti, Netflix avrebbe assunto due specialisti della negoziazione pubblicitaria, ovvero Jeremi Gorman e Peter Naylor, che si sono occupati di quest’ambito presso Snap Inc (l’azienda di Snapchat) e avrebbe fatto le sue proposte ai clienti contattati.
Nello specifico, le prime ipotesi sarebbero di far pagare, come valore CPM, 65 dollari ogni 1.000 visualizzazioni di un annuncio (per poi salire a 80 ad abbonamento consolidato): gli addetti del ramo pubblicitario hanno giudicato le richieste di Netflix fuori mercato (nel settore, 1.000 visualizzazioni vengono fatte pagare 20 dollari), probabilmente per una tecnica di “asta olandese“, in cui Netflix la sparerebbe grossa all’inizio per vedere sin dove può arrivare, abbassando le proprie richieste sino a che qualcuno non abbocchi all’amo.
Un altro elemento emerso grazie alle confidenze di alcuni clienti contattati sarebbe che Netflix avrebbe richiesto alle agenzie un impegno, da sottoscrivere entro il 30 Settembre (altra conferma del voler esordire a Novembre) di spesa annuale che vada da un minimo di 10 milioni di dollari, per garantirsi almeno un certo volume di entrate, a un massimo di 20 milioni, fissato per evitare che gli utenti incorrano nel fastidio di vedere troppe volte uno stesso spot che, nelle intenzioni di Netflix, consentirà un limitato targeting degli utenti, visto che le agenzie potranno comprare annunci ad esempio solo per nazione, preferenze di genere di contenuto (film commedia, drammatici, etc), le prime 10 serie più viste su Netflix.
Interpellata in merito per un commento, Netflix ha definito quanto emerso come pure speculazioni, essendosi detta ancora in una fase in cui alcuna decisione è stata presa in merito al suo piano d’abbonamento con pubblicità.