Twitter: riammissioni discusse, Blue a 11 dollari su iOS e Twitter Files 2

Si avvia al fine settimana tra un carico di polemiche e diverse novità e rivelazioni il social Twitter, da qualche settimana finito sotto il controllo del miliardario Elon Musk.

Twitter: riammissioni discusse, Blue a 11 dollari su iOS e Twitter Files 2

Nel mentre ha iniziato a far discutere con le nuove rivelazioni in merito ai Twitter Files, Elon Musk sarebbe pronto a ulteriori novità in merito all’abbonamento Blue, nel mentre Twitter appare preso nella morsa delle critiche, per alcune riammissioni, e delle istituzioni, per aver trasformato in camere da letto alcuni ambienti del quartier generale. 

Come noto, Elon Musk ha previsto il rinnovo dell’abbonamento Blue, che avrebbe dovuto ripartire prima il 29 Novembre e poi il 2 Dicembre: tale abbonamento si accompagnerà con la verifica manuale degli utenti, che otterranno spunte di colore differenziato in base alla loro tipologia, con l’oro previsto per le aziende, il blu per gli utenti normali, e il grigio per i governi. Dopo la pace siglata con Apple, sono emersi nuovi dettagli sul prezzo del nuovo abbonamento, portati alla luce da The Information.

A quanto pare, gli utenti pagheranno 7 dollari al mese nel caso si abbonino a Blue dal web mentre, facendolo da iOS, che applica una ritenuta del 30% sugli acquisti in-app, l’abbonamento sarà portato a 11 dollari al mese, appunto per permettere al social di coprire le richieste di Apple (scaricandole sugli utenti finali).

Un’altra novità, in questo caso ufficiale, riguarda una funzione che verrà chiusa. La piattaforma ha annunciato la chiusura di Moments, le storie fatte da una serie di tweet, che permettevano di raccontare quello che accadeva nel mondo. Tale funzione, creata nel 2015, fu seguita 3 anni dopo dai Moments sponsorizzati, che mettevano in contatto editori premium, che potevano monetizzare, con i marchi. Secondo il canarino azzurro, i Moments creati in precedenza resteranno visibili, ma non se ne potranno creare di nuovi

Oltre al rumor e alle funzioni che vanno via, vi sono altri elementi destinati a far discutere in casa Twitter. La CNN, nelle scorse ore, ha riportato di un’altra controversa riammissione sul social, dopo quella di Trump: si tratta del suprematista bianco Andrew Anglin già bannato nel 2013 per aver chiesto, dalle pagine del suo sito neonazista The Daily Stormer, di sostituire con una statua di Hitler il memoriale sull’Olocausto (definito una bufala) che sorge a Berlino. Poco prima era stato riammesso anche un altro suprematista, Patrick Casey, e la cosa non ha fatto molto piacere al dipartimento della salute degli USA e a marchi come Uber, Snap e Amazon, che si sono visti i loro annunci apparire sulle pagine di questi personaggi. 

I problemi arrivano come se piovesse, sul capo del neo proprietario di Twitter, Elon Musk. Secondo Forbes e il San Francisco Chronicle sembra che le autorità di San Francisco abbia intensione di ispezionare la sede di Twitter, dopo le denunce di alcuni dipendenti secondo cui alcune stanze della sede centrale sono state trasformate in dormitori, posto che non risulterebbe alcuna richiesta presso i registri comunali di convertire tali stanze a uso residenziale

Secondo DailyHunt, poi, sembra che Elon Musk abbia assunto al microblog del canarino azzurro i suoi due cugini miliardari James Musk (destinato a progetti di ingegneria del software) e Andrew Musk (indirizzato su altri progetti), all’insegna di quella che sembra una mossa di nepotismo vecchio stile. 

Come promesso, poi, è avvenuta la pubblicazione della seconda parte dei discussi Twitter Files (qui la prima). Nelle scorse ore, l’ex giornalista del New York Times, Bari Weiss, ha pubblicato su mandato di Musk la seconda parte dei Twitter Files, da cui si evince una sorta di ostracismo del social vecchia gestione verso la destra

Nello specifico, le immagini condivise mostrano alcuni account (es. Libs of TikTok, e il professore di medicina della Stanford University, Jay Bhattacharya, contrario a lockdown e alle misure di Biden contro il Covid) inseriti in segrete liste nere. La conseguenza di tale inserimento era che i contenuti pubblicati da tali account venivano segnalati come impropri o menzogneri, e si andava incontro a una deamplificazione, o riduzione della visibilità (che, per l’ex cofondatore di Periscope e responsabile di prodotto di Twitter, Kayvon Beykpour, non era un segreto e anzi era ammessa), sostanziata nel fatto che tali account finivano esclusi dal motore di ricerca interno della piattaforma, come pure dalla lista dei trends

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