Aveva tempo fino alle 17 di oggi pomeriggio, per concludere l’accordo di acquisto ed evitare il processo e, alla fine, ce l’ha fatta: Elon Musk, di Tesla e Space X, dalle ore 3 italiane, le 18 in California, è diventato il padrone di Twitter, con le prime misure e rassicurazioni già fornite.
Elon Musk ha twittato emblematicamente, a operazione conclusa, che ora il canarino “è libero“. L’operazione, iniziata ad Aprile, con un costo di 44 miliardi di dollari, per 54.20 dollari ad azione di valutazione, nei mesi scorsi aveva incontrato il dietrofront dell’imprenditore, spaventato dall’eventualità che i bot e gli account falsi fossero più di quanto dichiarato in sede di contrattazione: insomma, il timore del miliardario era di pagare un servizio per più di quello che realmente valeva. Alla fine, di fronte al processo intentatogli da Twitter, si è giunti a più miti consigli, esplicatisi in un happy end.
Un happy end che non è stato, però, tale per tutti. Ad annuncio fatto (potrebbe comunque esserci un confronto in giornata con i 7.500 dipendenti del social, ai quali è stata già smentita l’entità del 75% dei licenziamenti che quasi sicuramente in qualche forma e quantità ci saranno comunque), Elon Musk ha subito licenziato in tronco 4 grossi dirigenti del social, che sono stati accompagnati dalla sicurezza fuori dall’edificio del quartier generale di San Francisco.
A esser stati silurati sono stati Vijaya Gadde, responsabile affari legali e sicurezza già criticata da Musk per come aveva organizzato la moderazione dei contenuti, Sean Edgett, consigliere generale, Ned Segal, direttore finanziario, e soprattutto il CEO che prese il posto del cofondatore Jack Dorsey, Parag Agrawal (che, secondo la società di ricerca Equilar, dovrebbe comunque andarsene con una buonuscita di 42 milioni di dollari, tra maturazione anticipata dei premi azionari e un anno di stipendio).
Nelle ore immediatamente precedenti l’accordo, Musk aveva spiegato d’aver voluto comprare Twitter per amore verso l’umanità e non per guadagnarci. L’imprenditore aveva detto di voler rendere Twitter una piazza dedicata al libero dialogo, free speech (per evitare che, come negli altri social, si formino camere di risonanza di opinioni di estrema destra o sinistra con conseguente divisione della società), precisando che ciò non equivale a farne un luogo infernale, free for all hellscape, dove si possa dire di tutto senza temerne le conseguenze.
Ai pubblicitari, invece, Musk ha detto di voler rendere la piattaforma “la più rispettata piattaforma di inserzioni pubblicitarie“, che “rafforzerà il vostro brand e vi farà crescere come imprese“: il tutto dovrebbe avvenire attraverso l’inoltro alle persone di pubblicità che, in quanto mirate, possano essere viste come un contenuto, un servizio, laddove la pubblicità poco personalizzata, di bassa qualità, è semplicemente spam.