Nonostante gran parte delle funzionalità del nuovo Android fossero già state rese note a suon di beta, il nuovo OS mobile di Google, appena presentato a beneficio di smartphone e tablet, ha comunque sorpreso per un aspetto, il nome, Android 10, che ora reca esclusivamente il numero della versione, con l’abbandono della denominazione riguardante i dolciumi.
Confermato che i primi smartphone a beneficiare del nuovo OS (vista la già avvenuta messa a disposizione delle factory image) sono stati immancabilmente quelli di Mountain View, dai primi Pixel e Pixel XL, agli intermedi Pixel 2 e 2 XL, passando per gli ultimi Pixel 3 e 3XL, oltre alle relative versioni Pixel 3a e Pixel 3a XL, ecco in cosa si sostanzia Android 10.
Interfaccia
Le prime novità di Android 10 che saltano subito all’occhio sono quelle relative all’interfaccia, con Android 10 che va ad implementare una modalità scura, ma a livello sistemico, che consentirà (se attivata manualmente o dal risparmio energetico) di abilitarla sulle app debitamente supportate, con conseguente riposo per gli occhi e aumento dell’autonomia sui terminali AMOLED.
Gli accenti dell’interfaccia, prima solo in blu, ora risultano personalizzabili con la possibilità di barcamenarsi tra varie tonalità, come cannella, verde, orchidea, viola, nero, spazio. Anche il font di sistema potrà essere variato agevolmente, evitando il ricorso ai launcher di terze parti.
Non meno importante è un sistema di navigazione che va in direzione dell’abbandono dei tre pulsanti canonici, essendo sempre più basato sulle gesture simili a quelle di iOS, con lo swipe a destra o a sinistra per avanzare o tornare indietro, quello verso l’alto per andare in Home, e quello in su pressione per avviare il multi-tasking. Le notifiche non sono state esentate dalle trasformazioni, grazie ai Bubbles, bolle, posizionabili ove si desideri sopra le altre app, per poi espandersi al primo tocco qualora, ad esempio, fosse necessario rispondere a un messaggio.
I top gamma Samsung e Huawei/Honor implementano specifiche modalità desktop, che trasformano i terminali in mini computer, in termini di interfaccia, non appena li si collega a un display esterno: con Android 10 ciò sarà appannaggio di molti altri smartphone, vista l’integrazione di una modalità desktop nativa.
Ancora interfaccia. Secondo molti, il mese di Settembre potrebbe essere quello adatto per il varo dei pluri-rimandati smartphone pieghevoli di Samsung (Galaxy Fold) e Huawei (Mate X), appunto basati su Android che, per l’occasione, in versione 10, ha introdotto nativamente il supporto al display pieghevoli.
Usabilità
In ottica di usabilità possono ascriversi altre funzioni, giunte in dote ad Android 10, tra cui i sottotitoli in tempo reale (Live Captions), un migliorato menu di condivisione, i setting panels, rinnovate Smart Replies, uno spegnimento congiunto di tutti i sensori (Sensors off), lo screen recording, ed una modalità Focus.
Nel primo caso, basterà mandare in riproduzione un qualsivoglia filmato perché il sistema, senza necessità di connettersi a Internet per sfruttare risorse remote, riesca a sottotitolare in diretta, con adeguate didascalie, quanto riprodotto.
Diversamente, passando al menu di condivisione, rispetto al passato, in cui la relativa interfaccia risultava lenta a caricarsi, ora quest’ultima verrà palesata con notevole celerità: il futuro della condivisione, però, è delle Sharing Shortcuts, che permetteranno di condividere un contenuto direttamente in una specifica sezione di un’app (fino ad arrivare, ad es. ad uno particolare contatto di un’app di mail).
Sfruttando un sistema mutuato dagli slice di Android Pie, grazie ad un pannello flottante, si otterrà l’accesso alle funzioni essenziali di sistema (volume, internet, NFC, Bluetooth, etc) senza bisogno di lasciare l’app in cui ci si trova, mentre un nuovo toggle nel menu a comparsa alto consentirà di disabilitare in blocco tutti i sensori del telefono. Le Smart replies, prima relegate alle sole app googleiane (es. Gmail), ora supportano più applicazioni, suggerendo (grazie alle risorse locali del device), anche delle azioni (es. ricevendo un indirizzo, verrà proposta l’apertura di Maps per saperne di più).
Come lungamente atteso dagli utenti, arriva anche la possibilità, integrata su Android 10 senza il ricorso ad app di terze parti, di operare la registrazione di quanto appare sullo schermo. Digital Wellbeing, la sezione per il benessere digitale di Android, ora guadagna la modalità Focus, che permetterà di concentrarsi meglio su ciò che si fa, selezionando le app da non usare per un certo lasso di tempo e quelle poche che, rimanendo attive, possono richiamare l’attenzione mediante le notifiche.
Nuovi formati multimediali
Col nuovo Android 10 saranno supportati anche nuovi formati multimediali: in ambito fotografico, considerando la sempre maggiore diffusione delle multi-camere, il Dynamic Depth comprensivo di metadati sulla profondità permetterà alle app di applicare più agevolmente gli effetti 3D o in realtà aumentata, il formato video aperto AV1 richiederà un minor consumo del traffico dati nello streaming di elevata qualità (anche HDR10 nei device abilitati), mentre a beneficio dello streaming di voce o musica, si potrà sfruttare il codec OPUS ed un sistema di amplificazione smart (Sound Amplifier) del suono di bordo, ottenuto filtrando i rumori di fondo.
Molta più privacy
La privacy non è stata trascurata in Android 10, anzi. Col il nuovo sistema operativo mobile di Google, la posizione verrà gestita in modo più granulare, con la possibilità di impedirne l’accesso alle app, di limitarlo a quando sono in uso, o di concederlo sempre (es. quando operano in background). Gli interventi in primo piano delle app che operano in background saranno limitati, attraverso un sistema di notifiche ad alta priorità, a beneficio delle app da spostare in primo piano, che avviserà l’utente (per esempio) dell’arrivo di chiamate o del reminder di un appuntamento.
Sempre in ottica privacy, accresciuto il controllo anche sulla condivisione di audio, video e foto, Android 10 renderà palese quale app stia utilizzando un particolare sensore, metterà a disposizione una pagina che elencherà le app che accedono alle informazioni sensibili dell’utente (come anche ad SMS e contatti), e si occuperà di limitare l’accesso agli identificatori, quali il codice IMEI, non resettabili: nell’accedere a una rete Wi-Fi non abituale, verrà generato un indirizzo MAC casuale mentre – dovendo condividere la propria rete Wi-Fi con qualcuno – non sarà più necessario ricordare e passarne la password alfanumerica, visto che il tutto potrà essere fatto sharando un codice QR comprensivo dell’info in questione.