Facebook: in mezzo alle critiche degli ex dirigenti e delle istituzioni tedesche, prosegue l’interesse per l’e-commerce

Facebook, nelle scorse ore, ha acquisito un'azienda focalizzata sull'e-commerce e la ricerca visuale, e rinnovato l'interesse per le criptomonete: tuttavia, continua a ricevere forti critiche dai suoi ex dirigenti, e dalle istituzioni europee.

Facebook: in mezzo alle critiche degli ex dirigenti e delle istituzioni tedesche, prosegue l’interesse per l’e-commerce

Facebook, il social network che viaggia sui 2.32 (2.7 considerando anche WhatsApp, Messenger, Instagram) miliardi di iscritti su base mondiale, si appresta a migliorare l’esperienza di e-commerce interna in base a una recente acquisizione ed al suo rinnovato interesse per le criptovalute. Intanto, però, nuove polemiche si affacciano all’orizzonte, sollevate dal suo ex responsabile della sicurezza e, ancora una volta, dalle istituzioni tedesche.

Secondo una recente anteprima di Forbes, poi confermata dalla portavoce del social, Vanessa Chan, Facebook ha acquistato GrokStyle, una società specializzata in esperienze di e-commerce basate sulla ricerca visuale tramite l’intelligenza artificiale. In passato, la medesima azienda aveva implementato alcune soluzioni in AR per Ikea, al fine di consentire agli utenti di provare gli articoli di interesse, visti online, nel loro ambiente reale: ora, il know how sviluppato confluirà nel Marketplace del social in blu in cui gli utenti privati sono soliti, come su Ebay, vendere e comprare prodotti e servizi. Un’esperienza, questa, che potrebbe completarsi grazie all’uso delle criptomonete.

Facebook, già tornata sull’argomento con la recente acquisizione di Chainspace per quel che riguarda la blockchain, potrebbe presto integrare, come si appresta a fare Twitter con Bitcoin, una criptomoneta al suo interno e, secondo il portale Cryptonomist, la scelta potrebbe ricadere su Reddcoin, una valuta anonima che viene usata dai creativi per ottenere donazioni (token RDD) una volta associato il proprio portafoglio (wallet) ad un profilo social (su Twitter, ma anche su Facebook e Reddit). Nel caso ciò avvenisse, o che venisse sviluppata internamente una soluzione similare, Facebook potrebbe accrescere la trasparenza nel rapporto con gli inserzionisti, e offrire uno strumento di remunerazione a coloro che condividono i contenuti, in alternativa a YouTube, e come nel defunto social Tsu.co. 

Proseguendo la moda degli ex dirigenti Facebook col dente avvelenato, dopo Sean Parker (ex presidente del social, che imputò al network di approfittare della vulnerabilità della psiche umana) e Chamath Palihapitiya (ex vice-presidente, secondo cui gli strumenti del social facevano a pezzi il tessuto sociale), è la volta del professor (a Stanford) Alex Stamos, ex capo della sicurezza (2015-2018) criticare su più livelli il suo ex datore di lavoro, spiegando che a Menlo Park viga un clima da Game of Thrones, con un management compatto che, in virtù di una lunga anzianità di servizio, prende decisioni senza, poi, ammettere d’aver sbagliato e, anzi, reagendo male nel caso qualcuno glielo faccia notare. Qui, il riferimento è alla vice di Zuckerberg, Sheryl Sandberg, da lui scavalcata nel rivolgersi al consiglio d’amministrazione sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, anche se – persino per l’ex capo – Stamos non serba certo parole dolci, quando spiega che Facebook ha “compreso il suo impatto sul mondo e la come le persone potessero distorcere il suo uso“.

Intanto, dalle istituzioni tedesche continuano ad arrivare problemi. L’ufficio federale teutonico anti-cartello, il Bundeskartellamt, preoccupato dal grand’accumulo di dati personali che potrebbe originarsi in seguito, avrebbe proibito (seppur non con carattere definitivo) a Facebook di unificare i suoi principali servizi (compresi Messenger e Instagram), senza autorizzazione. 

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