WhatsApp: trucco per i Facebook Avatars, rimossi limiti coronavirus, problemi istituzionali

Nonostante il ritorno alla normalità con la rimozione dei limiti ai video, introdotti negli Status, e il supporto ai Facebook Avatars, WhatsApp è rimasta coinvolta in un'indagine in India, a proposito dei micropagamenti, e attaccata in Germania, per la privacy

WhatsApp: trucco per i Facebook Avatars, rimossi limiti coronavirus, problemi istituzionali

Man mano che il lockdown più severo viene lasciato alle spalle, ovunque tendono a riprendere i soliti tran-tran: ciò avviene anche nelle attività dei grandi gruppi hi-tech, come nel caso di Facebook Inc che, messa da parte la piacevole novità dei suoi Avatars, non ancora integrati su WhatsApp, ha rimosso da quest’ultima una limitazione introdotta alcuni mesi fa, trovandosi – però – di fronte a problemi, per la chat app in verde, provenienti sia dall’India, che dalla Germania. 

La prima novità relativa a WhatsApp è di tipo indiretto, rappresentata dal rilascio dei Facebook Avatars che, però, non sono ancora stati integrati nella nota chat app, dove possono essere comunque adoperati (al pari di quanto possibile fare su Telegram, Messenger, e Instagram) seguendo una lunga trafila di passaggi, emersa nelle scorse ore a suon di guide unofficial: nello specifico, per importare i propri Facebook Avatars, basta accedere alla relativa sezione dalle impostazioni di Facebook o dall’area dei commenti dei post e, in seguito, trovato il proprio pacchetto di stickers personalizzati, procedere a modificarli, mediante l’apposita voce. A quel punto, comparso l’elenco dei vari “mini-me”, sarà sufficiente selezionare quello da condividere, tenervi premuto il dito, e scegliere “Invia con Messenger” o “Altre opzioni” che, a sua volta tippato, aprirà il menu di condivisione di Android, con rimanti a tutte le app installate più utilizzate. 

Qualche mese fa, all’avvio del lockdown anche in India, WhatsApp seguì il trend delle principali piattaforme di video streaming, e ridusse l’impatto dei video, nel dettaglio di quelli caricati negli Status, imponendo loro un limite di 16 secondi di durata massima: secondo i leaker di WABetaInfo, che hanno analizzato la beta 2.20.166 appena messa a disposizione di Android (via ApkMirror o Play Store, se iscritti al gruppo dei beta tester), il limite in questione è stato appena rimosso (ora è di 30 secondi), all’insegna di un ritorno alla normalità (anche digitale). 

Ancora dall’India giunge una terza novità per WhatsApp, rappresentata da un possibile nuovo stop ad una maggior diffusione di WhatsApp Payments, in test dal 2018: già nei mesi scorsi, la Reserve Bank of India, ovvero la banca centrale indiana, chiese alla Corte Suprema di far pressioni sulla NPCI (National Payments Corporation of India) affinché interrompesse il lancio della piattaforma di micropagamenti in verde, a causa di alcune controversie sulla localizzazione dei dati degli utenti indiani. In seguito era arrivato il via libera, affinché WhatsApp Payments fosse testato su un totale di 10 milioni di utenti ma, ora, il lancio definitivo (entro fine anno), secondo Reuters, sarebbe sotto la spada di Damocle di un ricorso, presentato alla Commissione per la concorrenza dell’India, con l’accusa che la posizione dominante di WhatsApp nel paese (400 milioni di utenti) potrebbe danneggiare gli altri competitor, come PayTM, GooglePay, etc. 

Dall’Unione Europea, nella fattispecie dalla Germania, arriva una nuova batosta verso la chat app preferita di Mark Zuckerberg: nonostante le chat siano protette dalla crittografia end-to-end, il garante teutonico per la protezione dei dati personali, Ulrich Kelber, ha chiesto alle autorità federali di non avvalersi di WhatsApp a causa dei metadati delle comunicazioni (chi parla con chi, a che ora, in che data, la posizione geografica dei dialoganti) che, nonostante la perentoria smentita di Facebook, potrebbero essere condivisi col social a scopo profilazione

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