WhatsApp continua a scalare posizioni su posizioni, in termini di popolarità, come confermato da recenti ricerche, ed a testare nuove funzioni e modifiche, come quelle che – emerse nelle scorse ore – vanno ad aggiungersi alla sperimentazione, già in atto, del blocco agli inviti coatti nei gruppi.
Cefriel, un centro studi pubblico-privato sull’innovazione digitale, ha pubblicato un report che certifica lo stato dell’arte dei servizi web, dal quale si evince (tra le varie cose) che gli SMS siano tutt’altro che defunti (ne vengono mandati 18 milioni ogni minuto), che le mail siano ancora il veicolo interattivo principale (187 milioni), ma che WhatsApp sia ormai più che radicato nel vivere quotidiano, attestandosi al secondo posto per volume di invii al minuto (38 milioni di messaggi). Un successo, ovviamente, anche frutto delle continue novità introdotte o sperimentate dalla celebre app in verde.
Proprio in tema di sperimentazioni, i leaker di WABetaInfo hanno scoperto, nella beta 2.19.47 di WhatsApp, alcune novità piuttosto importanti: nello specifico, oltre ad essere scomparsa l’icona del broadcast nei messaggi inviati ai destinatari (i quali, quindi, non saranno consapevoli di far parte di un invio massivo), ed al fatto che i sottotitoli per le nuove icone delle impostazioni ora sono tradotti in tutte le lingue, analizzando il codice, è emerso anche una funzione – non ancora attiva – chiamata “Find businesses“ (“trova imprese” che, verosimilmente, dovrebbe consentire di trovare, cercandole per nome o categoria, le imprese (evidentemente munite dello spin-off WhatsApp Business) con cui interagire.
Sempre dai leaker di WABetaInfo è giunta anche la conferma, piacevole per gli utenti Apple già omaggiati della protezione biometrica delle loro chat, che WhatsApp Business, lanciata nel 2018 e presente solo su Android, è arrivata anche sugli iPhone, quindi su iOS (dalla versione 8 in avanti), seppur solo in versione beta, ma già molto promettente (include la possibilità di fissare dei messaggi automatici di saluto, di scegliere i destinatari, di impostare delle risposte rapide, di creare un profilo aziendale con annesse informazioni, e di importare dal WhatsApp normale la cronologia delle chat).
Molto importante, poi, si è rivelata un’indiscrezione del portale Mashable, secondo il quale Menlo Park starebbe sperimentando, su pochi selezionati utenti iOS di India, Brasile, Spagna, l’adozione di un algoritmo per ordinare gli Stati (ovvero le Storie) di WhatsApp: ad oggi, infatti, viene utilizzato un criterio cronologico inverso per organizzare gli aggiornamenti degli Stati, con la conseguenza che, in cima, stazionano sempre gli utenti più attivi. Con la modifica, impostata sul principio della rilevanza, la vetta spetterà agli interlocutori con cui si interagisce più frequentemente, o di cui più spesso si visualizzano e commentano gli aggiornamenti. Secondo quando rilevato, onde rispettare la crittografia delle chat, che rende le conversazioni accessibili solo a mittente e destinatario, le informazioni necessarie a supportare la nuova funzionalità rimarranno stoccate sullo smartphone dell’utente.
Infine, ancora problemi dall’India, ove la chat-app in verde mette in contatto ogni giorno ben 200 milioni di utenti. Nell’immenso continente indiano (dal quale è nata la restrizione a 5 degli inoltri massimi simultanei per singolo messaggio) le istituzioni (che pure si avvalgono di tale app per informare i cittadini sui reati in tempo reale, sulle emergenze delle inondazioni, o per ricevere segnalazioni su funzionari corrotti) continuano a chiedere di poter accedere alle chat di WhatsApp, per arginare la disinformazione, e la circolazione di messaggi violenti e/o di pedofilia. Di fronte al continuo diniego di Menlo Park, a Nuova Delhi starebbero pensando a delle norme che renderebbero le piattaforme di messaggistica responsabili per le informazioni che vi circolano: in tal modo, queste ultime dovrebbero tracciare i messaggi, aiutare le istituzioni nelle indagini sui reati, e rimuovere entro 24 ore i contenuti discutibili segnalati.