Una delle mode del momento è quella che vede la collocazione in tutte le case di maggiordomi virtuali, costituiti da smart speaker, ai quali si può dare degli ordini in linguaggio naturale, per veder espletata la propria richiesta – spesso informativa – nel giro di qualche secondo, grazie alla connessione con i servizi del web. Negli USA, uno di questi gadget relativi alla domotica e all’IOT ha salvato la vita di una donna, coinvolta in un episodio di lite domestica.
Tutti i grandi competitor tecnologici hanno già predisposto un loro maggiordomo virtuale, Amazon ha “Echo” (ed Echo Show) e Google ha “Home”, ma anche i piccoli attori della scena hi-tech, come Xiaomi o Gatebox, stanno riversando sempre più energie e risorse in codesto ambito: tra le criticità da risolvere, in merito a questi supporti, vi è la modalità di funzionamento “sempre in ascolto” che, per molti, è un vero e proprio pericoloso per la privacy (a proposito di Home e di Echo), ed il fatto che questi altoparlanti intelligenti sono ancora un po’ “tonti”, visto che confondono molto spesso il senso di quel che viene loro detto.
In diversi casi, infatti, è capitato che il parlare accanto agli smart speaker abbia fatto partire involontari acquisti, ma – come si suol dire – non sempre tutto il male vien per nuocere. A tal proposito, è giunta da oltreoceano una notizia curiosa secondo la quale uno assistente domestico, inizialmente e per errore identificato come un “Google Home”, ha fatto intervenire le locali forze dell’ordine in un caso di violenza domestica, salvando la vita alla donna coinvolta.
Tutto è accaduto nel New Messico, negli Stati Uniti del Sud, ove un uomo evidentemente alterato, tale Eduardo Barros, aveva preso a minacciare la sua fidanzata, con tanto di arma in pugno: ad un certo punto, l’uomo ha proferito la (per lui) fatal sequenza “hai chiamato gli sceriffi/sbirri?” che lo smart speaker ha inteso come la richiesta di chiamare la polizia, facendo partire la chiamata verso il 911 (il locale 118).
Questo ha fatto sì che il locale ufficio dello sceriffo si sia prima messo in ascolto di quanto stava accadendo e, poi, ricevute le coordinate del posto, abbia fatto intervenire sia i negoziatori che le forze speciali SWAT: per fortuna, tutto si è concluso bene, con la donna solo leggermente ferita e sotto shock, e l’uomo arrestato sotto l’accusa di percosse e minacce perpetuate con l’aggravante dell’uso di un’arma da fuoco. Commentando la vicenda, lo sceriffo che ha coordinato l’intervento, Manuel Gonzales, ha spiegato che, certo, ci sarà stata una fortunata combinazione di fatti (lo smart speaker era in modalità “always on”, e vi è stata l’errata interpretazione di un comando vocale) ma, tuttavia, si può assumere – ragionevolmente – che questo gadget smart abbia salvato una vita umana (e non sarebbe neanche la prima volta).