Pensioni anticipate e Quota 100: 162 mila domande inviate all’Inps

Continua a crescere il numero di pratiche inoltrate dai lavoratori all’Istituto pubblico di previdenza per l’accesso alle pensioni anticipate tramite Quota 100. L’Inps ha diffuso gli ultimi dati aggiornati: ecco i trend riguardanti le richieste di quiescenza.

Pensioni anticipate e Quota 100: 162 mila domande inviate all’Inps

Arrivano nuovi aggiornamenti in merito alle pensioni anticipate tramite la Quota 100, il meccanismo di uscita dal lavoro che consente l’ingresso nell’Inps a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di contribuzione. Ricordiamo anche che la misura non prevede penalizzazioni, sebbene il richiedente non potrà cumulare l’assegno pensionistico con eventuali redditi da lavoro dipendente o autonomo.

In base alle ultime elaborazioni rilevate fino allo scorso 22 luglio 2019, le domande di accesso alla misura hanno raggiunto e superato le 162 mila unità. Il numero di richieste prosegue confermando i trend e le interpretazioni dei dati emersi già nelle scorse settimane, senza presentare particolari sorprese.

Così, la capitale italiana si conferma la città dalla quale arriva il numero maggiore di pratiche. L’Inps ne conta infatti circa 13 mila. A seguire troviamo la città di Milano, con circa 7.500 domande. In terza posizione c’è invece Napoli, con circa 6.900 pratiche inoltrate presso l’Istituto pubblico di previdenza. In merito invece al tipo di gestione, circa 60 mila richieste sono state inoltrate da lavoratori dipendenti e 52 mila da lavoratori pubblici (le restanti risultano riferibili agli autonomi o ad altre tipologie di contribuenti).

Pensioni flessibili: donne ancora in minoranza rispetto agli uomini

Sullo sfondo continua a restare in evidenza la questione del gender gap nelle richieste di accesso alla Quota 100, un fenomeno che abbiamo già evidenziato negli scorsi articoli di aggiornamento sulla nuova opzione di prepensionamento. Il problema deriva, in particolare, dall’elevato requisito contributivo che le lavoratrici devono maturare per avere accesso alla misura.

Su questo punto pesa infatti il mancato riconoscimento del lavoro di cura svolto da molte donne, che hanno quindi vissuto una carriera discontinua o part time (caratterizzata quindi da una ridotta contribuzione). Così, su circa 160 mila richieste di pensionamento tramite Quota 100, appena 42.406 corrispondono a pratiche avanzate da donne.

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