Reggio Emilia, una delle torturatrici dei bambini tifava per Carola Rackete

Federica Anghinolfi, arrestata per l'inchiesta sui maltrattamenti ai bambini nel reggiano, inneggiava su Facebook a favore della "capitana" di SeaWatch e contro il ministro Salvini.

Reggio Emilia, una delle torturatrici dei bambini tifava per Carola Rackete

Si chiama Federica Anghinolfi, ha 57 anni, è responsabile del servizio sociale di Reggio Emilia ed è una delle arrestate nell’inchiesta denominata “Angeli e Demoni”, che ha portato a 18 arresti e 27 indagati accusati di aver torturato dei bambini per levarli ai genitori naturali e affidarli ad amici e conoscenti dietro lauto compenso. Con una nota in più: Federica Anghinolfi è una delle fan dell’accoglienza.

La donna, infatti, dopo la bravata del comandante della Sea Watch, Carola Rackete, che ha forzato i confini italiani, aveva pubblicato su Facebook un’immagine della “capitana” della Ong, con tanto di commento: “Ognuno ha i capitani che si merita. Io scelgo Carola Rackete”, aveva scritto la donna, prendendo di mira anche il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

Il giorno successivo, la donna è finita in manette dopo che gli inquirenti hanno scoperto come i bambini che venivano affidati e lei, e ad altri come lei, venivano strappati alle famiglie naturali e dati in affidamento ad altre coppie, mediante lavaggi del cervello e torture, tra cui scosse elettriche per alterare lo stato di memoria dei piccoli in prossimità dei colloqui giudiziari.

Secondo le indagini, i piccoli venivano anche stuprati dalle famiglie affidatarie o dalle comunità a cui erano assegnati. Senza contare che gli stessi servizi sociali evitavano di consegnare ai bambini le lettere e i regali che i genitori naturali inviavano loro, nascondendoli accuratamente in un magazzino posto poi sotto sequestro dai carabinieri.

Dopo l’inchiesta, oltre alla Anghinolfi, sono finiti agli arresti domiciliari il sindaco del Partito Democratico, Andrea Carletti, l’assistente sociale Francesco Monopoli, gli psicoterapeutici Nadia Bolognini e Claudio Foti, la coordinatrice dei Servizi Sociali, Marietta Veltri.

Divieto di svolgere per sei mesi la propria professione invece nei confronti di Imelda Bonaretti, psicoterapeuta, Nadia Campani, responsabile dell’Ufficio Piani dell’Unione, Barbara Canei, istruttore direttivo amministrativo dei Servizi Sociali, Sara Gibertini, Cinzia Magnarelli, Maria Vittoria Masdea, educatrice, Matteo Mossini, psicologo, e Sarah Testa, psicoterapeuta.

Risultano poi indagati anche l’avvocato Marco Scarpati, il direttore dell’Ausl Fausto Nicolini, la dirigente della comunicazione, Federica Gazzotti, e quello della struttura organizzativa, Attilio Mattioli, oltre ad alcune psicologhe ed educatrici.

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