La Sea Watch forza il posto di blocco e si avvia verso Lampedusa

Carola Rackete non ha ubbidito all'alt della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera ed ha oltrepassato le acque territoriali italiane. Durissimo Salvini: "Schiererò la forza pubblica". Giorgia Meloni: "La nave va sequestrata e affondata".

La Sea Watch forza il posto di blocco e si avvia verso Lampedusa

Alla fine è successo. La capitana della Sea Watch, Carola Rackete, ha forzato il blocco imposto dal Viminale ed è entrata in acque territoriali italiane, facendo rotta verso Lampedusa per far sbarcare i 42 migranti che da quindici giorni erano in balia del mare. La responsabile della Ong è consapevole di ciò che rischia, ma si è sentita in dovere di fare irruzione con la forza nel nostro Paese.

La Ong tedesca aveva già subito due sconfitte brucianti: per aggirare il Decreto Sicurezza bis, infatti, aveva fatto ricorso prima al Tar, poi alla Corte Europea. In entrambi i casi, i ricorsi erano stati respinti, perché il decreto di Salvini era da ritenersi legittimo e perché a bordo del natante non c’erano particolari condizioni di emergenza che richiedevano uno sbarco immediato.

Ma la capitana se n’é fregata ed ha fatto rotta verso Lampedusa, con un’irruzione che non ha precedenti nella storia dei salvataggi in mare. A quel punto una motovedetta della Guardia di Finanza e una della Guardia Costiera hanno raggiunto la nave per intimare l’alt, come si fa con i blocchi stradali, ma la capitana ha disubbidito all’ordine ed è proseguita senza fermarsi verso il porto di Lampedusa.

L‘Europa assicura di essere al lavoro per trovare una soluzione e garantire una ripartizione dei profughi salvati dalla Ong. Ma ha già dichiarato che non potrà fare nulla contro un eventuale sequestro dell’imbarcazione, dato non ha il potere di designare un porto per lo sbarco, imponendolo ai vari Stati, ma solo quello di ripartirli tra gli Stati membri dell’Ue.

La reazione di Matteo Salvini alla notizia del blocco forzato dalla Ong ovviamente non si è fatta attendere. Ed è una reazione durissima. Il ministro dell’Interno, infatti, ha detto di essere disposto a qualsiasi azione per fermare la nave, anche quella di schierare la forza pubblica davanti alle coste di Lampedusa per impedire che i migranti possano sbarcare.

Stessa dura reazione è giunta anche da Giorgia Meloni, secondo cui l’irruzione della Sea Watch in acque territoriali è una grave violazione della sovranità nazionale. Per la leader di Fratelli d’Italia, il natante va sequestrato e affondato, come accade per le navi che non rispettano il diritto internazionale, l’equipaggio arrestato e gli immigrati rimpatriati immediatamente.

Intanto, la capitana della Sea Watch sa cosa rischia: denuncia per immigrazione clandestina, un processo che le potrebbe costare anche la galera, la confisca del mezzo e una multa di 50mila euro. Ed è per questo che ha lanciato una campagna, su Twitter, chiedendo ai suoi sostenitori di avviare una colletta per raccogliere i fondi necessari e pagare la multa.

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