Come da calendario, il brand cinese Oppo, assieme al Watch Free (già noto in Cina) ed agli auricolari Enco M32 (di cui ha semplicemente presentato una variante verde), ha presentato le versioni (però) globali degli smartphone Reno 7 (28.999 rupie o 338 euro) e Reno 7 Pro (39.999 rupie o 467 euro), attraverso un evento streaming dedicato all’India, portando allo scoperto, oltre alla colorazione Starlight Black, la nuance camaleontica Startrails Blue che, all’insegna del design Light Shift, prevede (grazie a più di 200 tentativi volti ad alterare la struttura molecolare dei materiali), la capacità dello chassis si passare (se l’opzione per la Orbit Breathing Light è attivata) dal blu al rosso, qualora il device sia sottoposto a luce ultravioletta o all’esposizione diretta del Sole, tornando immediatamente dopo al natio blu quando sottratto alle condizioni di illuminamento di cui sopra. In appoggio alla succitata colorazione, come il nome suggerisce, è intervenuta poi la tecnologia LDI “aircraft-grade” che, permettendo di praticare 1.2 milioni di microincisioni larghe appena 20 micron, ha restituito l’illusione delle stelle cadenti.
Dettagli estetici (comprensivi della scelta di porre a sinistra il bilanciere del volume) a parte, l’Oppo Reno 7 global (7.81 mm di spessore per 173 grammi di peso), basato grandemente sul Reno 7 SE annunciato nel mercato cinese, mostra un display AMOLED da 6.43 pollici con risoluzione FullHD+, 800 nits di picco, 90 Hz di refresh rate e 180 Hz di campionamento, ampio supporto al DCI-P3 e gestione dell’alta gamma dinamica HDR10+, con scanner d’impronte sottostante. Il foro nella “tempia” sinistra ospita una selfiecamera da 32 megapixel (Sony IMX709, f/2.2) mentre, dietro un bombato modulo rettangolare a sinistra, ospita assieme al Flash LED sotto il sensore più piccolo, il macro da 2 megapixel, il sensore principale da 64 (OmniVision OV64B, f/1.7) e quello ultragrandangolare (f/2.2) da 8 megapixel. Lato audio, vi è il mini-jack da 3.5 mm. Ancora in ambito connettività, vanno menzionati il GPS (A-GPS), il Dual SIM, il 5G, il Wi-Fi 6 ed il Bluetooth 5.2 mentre, passando al software, è di stanza – sotto l’interfaccia Color OS 12 (con un po’ di bloatware, tra cui FinShell Pay, Music Party e Hot Apps), ancora Android 11.
A differenziare dalla versione cinese questo modello, provvisto di 8 GB di RAM (+5 con tecnologia virtuale d’espansione) e di 256 GB di storage (UFS 2.2), è il fatto che sia adottato un diverso processore, con lo Snapdragon 778 che cede il passo all’octacore (2.4 GHz) Dimensity 900 di casa Mediatek, allestito a 6 nanometri e con GPU Mali-G68 MC4. Sempre in tema di differenze, la batteria, da 4.500 mAh, rabboccata via microUSB 2.0 Type-C, gode di una ricarica sensibilmente più rapida (SuperVOOC ora da 65W vs i 60 originari).
Il Reno 7 Pro “global” (158.2 x 73.2 x 7.5 mm, per 180 grammi) , ispirato agli iPhone 13 grazie ai frame piatti in alluminio, ha un AMOLED display FullHD+ da 6.55 pollici, sempre con HDR10+, 90 e 180 Hz rispettivamente per refresh rate e touch sampling, foro in alto a sinistra per la selfiecamera da 32 megapixel (Sony IMX709, f/2.2), scanner biometrico sottostante, ma con una luminosità di picco maggiore (920 nits), e copertura DCI-P3 al 99.94%. Sul retro, la triplice fotocamera, scontornata da un bordo di 1 mm di diametro che fa LED di notifica emettendo una luce soffusa, è protetta, in ottica resistenza e antigraffio, dal color ceramic plated lens bezel a base zirconica con un ulteriore rivestimento in pellicola: nel suo array, comprensivo anche di un sensore di temperatura del colore, rimangono l’ultragrandangolo (119°) da 8 e la macro lens da 2 megapixel, ma il sensore principale è un Sony IMX766 da 50 megapixel (1/1,56”, modalità notturna,4K@30fps).
A guidare il device è l’octacore (3.0 GHz) Dimensity 1200 MAX di Mediatek, con la GPU ARM G77 MC9, coadiuvato da 12 GB per la RAM e da 256 GB per lo storage (UFS 3.1). Passando al piano energetico, la batteria, sempre da 4.500 mAh a doppia cella, anche in questo caso gode del SuperVOOC da 65W quanto a carica rapida (completata in 31 minuti), all’insegna di una comunanza tecnica col modello base che si estende anche alle connettività ed alla scelta software.