Android 11: il nuovo sistema operativo mobile di Google è ufficialmente tra noi

Dopo diversi mesi di test tramite ben 3 rodate beta, arriva il day one per il rilascio della versione stabile di Android 11, con diverse funzionalità, ruotanti attorno agli epicentri delle conversazioni, della privacy, dei controlli, e delle utilities.

Android 11: il nuovo sistema operativo mobile di Google è ufficialmente tra noi

Puntuale, come da calendario, Google ha ufficializzato, dopo ben 3 beta, la versione stabile di Android 11 che, al day one, toccherà oltre ai consueti Pixel (tutti eccetto quelli della prima generazione, con funzionalità esclusive spesso legate al Pixel Launcher) anche diversi smartphone di altre grandi aziende, tra cui Realme (Realme X50 Pro), OnePlus (es.  OnePlus 8 e OnePlus 8 Pro), Xiaomi (Mi 10 e Mi 10 Pro), Oppo (es. Find X2Reno 3 Pro).

Google sembra voler dare molto spazio alla comunicazione delle persone. Ciò si tradurrà, su Android 11, in un’area, nella tendina delle notifiche, appositamente dedicata alle conversazioni in corso che, quindi, non si sparpaglieranno tra quelle in arrivo da tutte le app e, in più, permetteranno anche di focalizzarsi sulle chat delle persone più importanti. Sempre a favore delle conversazioni giungeranno, sulla falsa riga delle chat heads di Facebook, le “bolle“, conversazioni in forma di finestre flottanti riposizionabili a piacimento nella Home che, tippate, si espanderanno a mostrare l’intera conversazione, permettendo sempre di continuare a fare quello in cui si era già impegnati, in ottica multi-tasking. Ferma restando la possibilità di creare, in Home, una scorciatoia a determinate conversazioni, sì da averle sempre sotto mano, le tastiere virtuali ora forniranno suggerimenti personalizzati sulla base della conversazione in corso, in modo da consentire all’utente più pronte repliche e di risparmiare nei caratteri digitati.

A livello di privacy, arriva la facoltà di concedere un’autorizzazione una tantum per l’uso di specifiche aree sensibili, come fotocamera, posizione, e microfono, in modo che, alla volta successiva, l’app dovrà riguadagnarsi tali autorizzazioni: nell’eventualità si voglia concedere ad un’app l’uso in background (ovvero per sempre) della posizione, si dovrà passare per le forche caudine di un doppio step, concedendo all’app l’autorizzazione nel mentre è in uso e, poi, giunti nelle impostazioni dell’app specifica, settando a “per sempre” l’uso della posizione. Qualora l’utente abbia concesso diverse autorizzazioni, dopo un prolungato periodo di inattività dell’utente nei riguardi di una data app, Android 11 ne resetterà i permessi, fornendo all’utente una debita notifica. 

In tema di controlli, quelli multimediali, in forma di sezione “now playing”, si spostano nell’area dei quick settings e, oltre a fornire un’anteprima del contenuto in riproduzione e gli annessi controlli per gestirlo, paleseranno una scorciatoia per switchare rapidamente l’output, magari istradando il sonoro dall’altoparlante del telefono alle cuffie, o a uno speaker esterno. I menu di spegnimento, intanto, si evolvono: premendo a lungo il pulsante d’accensione/spegnimento, in omaggio alla crescente presenza della domotica nelle case delle persone, appariranno i controlli per visionare le videocamere di sorveglianza, sollevare o abbassare le tapparelle, accendere o spegnere le luci o il termostato, etc.

Tra le varie migliorie “sfuse”, relative ad Android 11, non manca il miglior supporto alle nuove tipologie di display, pieghevole, forato, con bordi waterfall, etc, ed alla connettività 5G: nel caso si desideri registrare quanto avviene a schermo, con la facoltà di decidere se acquisire l’audio dal dispositivo stesso, da un microfono, o da ambedue, si potrà usare lo screen recorder integrato, senza ricorrere ad app di terze parti.

La dock della Home, ove si appuntano solitamente le app più usate, avrà anche una riga, in basso, per le app suggerite, in base alle ore della giornata o alle abitudini di utilizzo dell’utente che, ovviamente, potrà decidere di trasferire una di queste app tra quelle preferite, cambiandone lo status: Android 11, intervenendo ancora sulla Home, sarà in grado di suggerire da solo il nome delle cartelle, ravvisando che alcune app riguardino il fitness, la fotografia, i social, etc. Nelle auto, invece, Android 11 consentirà a tutti gli smartphone di connettersi con le auto compatibili con Android Auto, a patto di disporre di un ricevitore wireless che faccia da ponte, come ad esempio l’AAWireless (55 dollari, circa 46 euro). 

 

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