L’appropinquarsi al fine settimana da parte di Twitter non è decisamente avvenuto all’insegna della positività, col microblog del CEO Jack Dorsey, che è risultato coinvolto in un pericoloso data breach, destinato a far discutere tanto quanto la sospensione di due famosi account: per lasciarsi le difficoltà alle spalle, dal quartier generale di San Francisco si è optato per alcune iniziative meritevoli, all’insegna dell’inclusività, contro la violenza domestica, prospettando il chimerico tasto “modifica” (più volte negato) e testando un nuovo modo per rispondere ai post.
Nei giorni scorsi, la piattaforma del canarino azzurro ha reso noto di aver scoperto una potenziale falla di sicurezza ai danni degli utenti business (che comprano i servizi di analytics e le campagne pubblicitarie) i cui dati potrebbero esser stai esposti all’altrui accesso. Nello specifico, ci si è accorti che informazioni come la mail, il numero di telefono, e le 4 cifre finali della carta di credito sarebbero rimasti memorizzati nella cache del browser senza che gli utenti coinvolti se ne avvedessero: al momento, non è chiara la portata di questo problema, che non coinvolge gli utenti standard, ma sembra che non vi siano evidenze di eventuali compromissioni della sicurezza degli utenti interessati a seguito di questa situazione.
Ugualmente destinata a far discutere è stata la sospensione degli account degli hacktivisiti LulzSec Italia e Anonymous Italia, parte del network internazionale di Anonymous che, a seguito di una serie di segnalazioni di massa, sono stati messi in stand-by dalla piattaforma, avendo violato le policy relative all’incitazione all’odio. Nello specifico, sembra che a molti utenti non siano piaciute le intrusioni nelle intranet della Camera di Commercio di Roma e dell’ospedale San Raffaele di Milano, o i metodi adoperati per la campagna contro i gruppi Telegram attivi nella pedopornografia e il revenge porn. In questo caso, non è dato sapere se i profili in questione verranno sbloccati, o se gli hacker etici saranno costretti a riapparire sotto altre vesti.
Per trarsi d’impaccio e migliorare la propria immagine, Twitter ha inanellato una serie di interessanti iniziative. Innanzitutto, col fine di rendere il proprio linguaggio di codifica più inclusivo, in seguito all’uccisione dell’afroamericano George Floyd, si è deciso di non usare più i termini blacklist e whitelist (sostituiti da denialist e allowlist) e la coppia master/slave (sostituita da leader/follower).
In India, dall’inizio del lockdown causa coronavirus, si sono moltiplicati gli episodi di violenza domestica: per fronteggiare questa piaga, Twitter ha deciso che, nel cercare alcune parole chiave (es. #omicidio fetale, #stuproconiguale, #womenviolence, #domesticviolence, #lockdownviolence, #crimeagainstwomen), comparirà (sul sito mobile.twitter.com e nei client per Android/iOS) agli utenti un alert (anche in inglese) con il rimando all’apposita guida allestita da Twitter, ed a informazioni credibili e certificate sul tema, tratte da fonti quali la “Commissiona nazionale per le donne”, l’organizzazione “Women and Child”, ed il ministero dello Sviluppo.
Da tempo immemore, gli utenti di Twitter chiedono a gran voce il tasto modifica, che eviterebbe di dover eliminare e riproporre gli interventi che presentassero qualche errore o imprecisione (o di dover ricorrere per lo scopo a dei trucchi): a tal proposito, con un tweet, l’account ufficiale del canarino azzurro ha dichiarato che gli utenti potranno avere il tasto “edit” nel momento in cui, quale strategia per contenere il coronavirus, tutti indosseranno una mascherina.
Infine, secondo il noto leaker Alessandro Paluzzi (@alex193a) sembra che Twitter stia lavorando ad una novità, non ancora palese, che permetterebbe agli utenti di poter reagire ai post attraverso un “Fleet“, equivalente locale delle Storie di Snapchat/Instagram, con un’opzione destinata ad apparire nel menu contestuale che raggrupperebbe anche le voci “Retweet” e “Retweet con commento”.