Facebook: tranquillizzate le istituzioni europee, ma non quelle russe, è repulisti nei gruppi

Nel mentre la Russia alza la voce nei confronti del social, Facebook ha ripreso il programma di internettizzazione mondiale via droni, ha tranquillizzato l'Europa in fatto di trasparenza e fake news, e "spennato" alcuni gruppi ampliatisi a scapito degli utenti

Facebook: tranquillizzate le istituzioni europee, ma non quelle russe, è repulisti nei gruppi

Facebook, il noto social network co-fondato da Mark Zuckerberg, è impegnato in vari progetti, come portare – via droni – la connessione internet ai paesi più svantaggiati, incrementare la trasparenza e la corretta informazione nella propria piattaforma, arginare alcune pratiche disinibite all’interno dei gruppi ma, allo stesso tempo, continua ad avere incomprensioni con le pubbliche autorità, come nel caso di quanto in corso in Russia. 

A quanto pare, i rapporti tra Facebook e le istituzioni nazionali sono ancora destinati a far parlare di sé. La Russia da tempo chiede alle app di messaggistica ed ai social di ospitare di ospitare su server locali i dati dei propri cittadini, di rimuovere taluni risultati di ricerca, e di fornire alle autorità le chiavi di decriptazione delle rispettive applicazioni. Facebook, come pure Twitter, non si è ancora adeguata a tali richieste e, quindi, la locale autorità di garanzia per le comunicazioni, Roskomnadzor, ha concesso un mese di tempo prima di comminare delle sanzioni amministrative, tra cui vi potrebbe essere una multa o il (non sempre efficace, vedi Telegram) blocco dei servizi sul territorio russo.

Intanto, intervenuta alla conferenza annuale DLD tenutasi in Germania a Monaco, la vice di Zuckerberg, Sheryl Sandberg, ha snocciolato i dati dell’impegno di Facebook contro la disinformazione: secondo la dirigente, Facebook – che ha promesso maggiore coordinamento con le istituzioni europee (es. in vista delle Europee di Maggio) e ha confermato l’avvenuta rimozione nell’ultimo anno di migliaia di pagine e profili personali coinvolti in campagne di disinformazione – ha ampliato a 30 mila gli addetti adibiti alla ricerca di fake news e incitazioni all’odio e, nel contempo, ha reso noto come in ottica proattiva riesca a bloccare circa 1 milione di account al dì, a volte financo in fase di attivazione. In ottica trasparenza, non sono mancati gli accenni all’introduzione delle informazioni di contesto per gli articoli pubblicati, al rispetto del GDPR comunitario, alla restrizione dell’accesso ai dati degli utenti da parte delle app di terze parti e, infine, all’impegno verso una maggiore consapevolezza degli iscritti verso le inserzioni pubblicitarie

Parlando di progetti più vicini all’applicazione concreta, o già in essere, secondo il portale NetzPolitik, Facebook avrebbe ripreso il programma mirante a portare la connessione in tutto il mondo attraverso l’uso di droni: questa volta, però, il tutto avverrebbe in collaborazione con Airbus che avrebbe fornito, a Novembre e Dicembre del 2018, il proprio esemplare Zephyr S (25 metri di apertura alare, capace di restare sospeso a 20 km di altezza per mesi, ricaricandosi a energia solare) per alcuni test in Australia

Dulcis in fundo la recente emorragia di iscritti patita da alcuni gruppi. Facebook, ponendo freno alla pratica delle iscrizioni coatte ai gruppi (da parte di amministratori privi di scrupoli), ha alleggerito (in alcuni casi sino al 70%) questi ultimi degli utenti che vi erano stati inseriti senza averlo deciso spontaneamente o aver mai visitato quella data comunità. Da qualche giorno, gli amministratori possono ritrovare gli utenti defalcati nella sezione “Persone invitate” consultabile nell’elenco dei propri membri e, in tale location, possono spedire un eventuale promemoria per sollecitare loro l’iscrizione: peccato che, per eccessiva solerzia dell’algoritmo, siano stati rimossi anche alcuni utenti attivi, impegnati in discussioni, ed iscrittisi motu proprio. 

Continua a leggere su Fidelity News