Facebook: controlli sugli inserzionisti, sulle Pagine, cancellazione dei messaggi per tutti, nuove funzioni sulle Storie

Nelle scorse ore, Facebook - nel tentativo di riabilitare la sua immagine - ha annunciato ulteriori misure a tutela della privacy degli utenti, e della trasparenza nelle inserzioni pubblicitarie ma, nel contempo, ha confermato dei test in merito alle Storie.

Facebook: controlli sugli inserzionisti, sulle Pagine, cancellazione dei messaggi per tutti, nuove funzioni sulle Storie

Il noto social network Facebook, a beneficio dei suoi oltre 2 miliardi di iscritti, continua ad annunciare misure a tutela della loro privacy. Non sono passate poche ore dalla comunicazione che gli utenti coinvolti in “Cambridge Analytica” saranno avvisati, in modo da poter correre ai ripari, che arrivano nuove rivelazioni e proposte in tema di tutela della riservatezza ma, per fortuna, anche annunci di nuove migliorie nell’esperienza d’uso della piattaforma. 

Nei giorni scorsi, il social di Mark Zuckerberg ha celebrato il secondo anniversario della piattaforma “Facebook Live”, con circa 3.5 miliardi di dirette mandate in onda a favore di un pubblico di circa 2 miliardi di utenti, con qualche passo falso dovuto a streaming di eventi violenti o di dubbio gusto rimasti in onda per troppo tempo prima che fossero bloccati. Per evitare altri episodi simili in un servizio destinato ad ulteriore crescita, sono stati annunciati investimenti nell’intelligenza artificiale e nell’assunzione di nuovo personale umano: in pratica, le stesse misure che hanno consentito, nei giorni scorsi, di bloccare 270 account falsi attribuibili all’agenzia russa IRA e suscettibili d’aver condizionato gli elettori russi e russofoni di diverse nazioni vicine, tra cui Russia, Ucraina, e Azerbaigian, e che dovrebbero evitare le interferenze nelle grandi elezioni previste per il restante 2018 (il “mid term” negli Stati Uniti, e le politiche in Brasile, Messico, India, e Pakistan).

Sempre per contrastare un uso improprio della piattaforma, il CEO Mark Zuckerberg ha annunciato anche una serie di proposte incluse nel pacchetto “Honor Ads Act” relativo alla trasparenza pubblicitaria: in pratica, verranno condotte delle verifiche sugli inserzionisti, onde accertarne sia l’identità che la reale collocazione geografica. Chi non supererà tali controlli, non potrà postare inserzioni pubblicitarie, siano esse politiche o commerciali, mentre chi supererà tali “forche caudine” si ritroverà gli annunci etichettati con didascalie chiarificatrici “pagato da” o “annuncio politico”. Considerando che secondo la ricerca “Italiani e social media”, fatta da Blogmeter su 1500 persone, un italiano su tre non distingue i contenuti dagli spot, ci si auspica che tale misure – previste inizialmente per gli USA – giungano presto anche nelle nostre latitudini.

Accanto alle misure relative agli spot, ne arriveranno altre relative alle Pagine, ed alla privacy in Messenger. Per quanto riguarda le prime, è stato rivelato che, presto, le Pagine non potranno più cambiare nome, per evitare che alcune di esse, nate su basi corrette, vengano poi rivendute a chi ne fa strumento e ricettacolo di disinformazione e notizie scorrette. In merito alla chat-app del social, da tempo un sistema di messaggistica autonomo, nelle settimane scorse era arrivata l’ammissione che il social ne analizzava quanto condiviso come testo e multimedia, per evitare violazioni delle sue condizioni d’uso: ebbene, la rivista TechCrunch ha scoperto che almeno i dirigenti di Facebook una tutela, in tal senso, l’avevano, dacché delle vecchie conversazioni del 2010 con Zuckerberg erano “scomparse”.

L’azienda ha prima ammesso che, sì, era solita cancellare le chat dei suoi dirigenti per tutelarne le comunicazioni (un’opportunità non menzionata nel regolamento dell’app, che prevede la cancellazione dei messaggi solo in caso di violazioni), salvo poi decidere che tale prassi sarebbe stata bloccata fintantoché la cancellazione dei messaggi non sarebbe stata estesa a tutti gli utenti, forse tramite un timer con il quale, prima dell’invio, poterne stabilire il timing di visualizzazione (al termine del quale, i messaggi si autocancellerebbero dal Messenger dei destinatari).

Intanto, una cosa che NON si farà è il progetto di acquisizione dei dati medici dei pazienti americani. Secondo quanto rivelato dalla tv “Cnbc”, nei mesi scorsi, Facebook aveva chiesto ad alcuni grandi ospedali degli States di fornirgli i dati aggregati, e quindi anonimi, dei rispettivi pazienti, relativi a malattie e prescrizioni, in modo da desumere chi di essi avesse bisogno di particolari cure: ottenute tali informazioni, osservando chi di essi aveva pochi parenti ed amici nelle vicinanze (in base anche ai messaggi scambiati con questi ultimi), si sarebbe potuta ravvisare la necessità di prevedere – in seguito a un intervento – la figura di un infermiere che verificasse l’assunzione dei medicinali. Ovviamente, il social si è affrettato a dire che, sì, il progetto c’era ma, non essendo andato oltre la fase di pianificazione, è stato sospeso il mese scorso prima che fossero ottenuti ed analizzati i dati in questione.

In mezzo al marasma per la questione privacy, procede comunque lo sviluppo delle funzionalità del social che, prossimamente, in caso di esito positivo dei test in corso, potrebbe introdurre diverse novità a beneficio delle mai amate (su Facebook) Storie: per la precisione, si partirebbe con – in cima al NewsFeed – delle anteprime più ampie delle Storie consultabili, seguite da alcuni espedienti per stimolare gli utenti dell’app mobile del social a realizzarne di più. In tal senso, si potrebbe prevedere che l’opzione predefinita, per chi aggiorna il proprio Stato, consista nella fotocamera in-app e che, nell’usarne le feature di realtà aumentata (derivate da Snapchat e sostanziate in filtri, maschere, ed adesivi), vengano proposte proprio le Storie come destinazione privilegiata per la condivisione di quanto realizzato. 

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