Giornata di importantissima comunicazioni da parte di Facebook, il noto social network da oltre 2 miliardi di iscritti di recente finito tra l’incudine e il martello dell’affaire Cambridge Analytica. Tramite un post pubblicato sul blog ufficiale del gruppo di Menlo Park (cui fanno capo anche Instagram, WhatsApp, Messenger, ed Oculus), Zuckerberg ha illustrato quelli che saranno i passi di avvicinamento della sua piattaforma al varo, il 25 Maggio prossimo, del General Data Protection Regulation europeo (GDPR).
Excusatio non petita a parte (le nuove norme verranno progressivamente estese ai cittadini di tutto il mondo, con le dovute variazioni nei tempi e nelle modalità di implementazione, da contesto a contesto, e da sezione a sezione), il comunicato si è aperto con un riepilogo di quanto fatto, con particolare menzione del pulsante unico di cancellazione delle app e dei siti che accedono alle nostre informazioni tramite il log-in di Facebook, dell’accresciuta semplicità e celerità nel visionare, scaricare, e cancellare i propri dati, e del maggiore raggruppamento delle impostazioni inerenti la privacy, prima disperse in troppe sotto-sezioni.
In seguito, il CEO – ancora scosso dalla due giorni di audizioni dinnanzi al Congresso USA – ha spiegato che nei prossimi giorni diversi annunci e notifiche inviteranno gli utenti a rivedere le principali impostazioni sulla privacy, onde poter fare delle modifiche.
Nello specifico, agli iscritti al social verrà chiesto di rivedere, ad una a una, le voci presenti nella scheda afferente le informazioni nel proprio profilo, onde scegliere – di volta in volta – quali lasciare pubbliche, e quali rimuovere. Anche il riconoscimento facciale, introdotto da tempo nella piattaforma al fine di agevolare le operazioni di tag degli amici nelle foto e nei video, e per tutelare gli utenti da un uso indebito delle proprie immagini, sarà soggetto ad approvazione, con gli iscritti europei e canadesi ai quali verrà offerta la possibilità di disattivarlo o di attivarlo.
È notorio, altresì, che – navigando per il web – le proprie scelte e abitudini esplorative vengano registrate dai partner di Facebook che, poi, usano cotal informazioni per proporre, sulla piattaforma sociale, banner mirati: ebbene, in tal contesto, gli iscritti del social potranno decidere se Facebook potrà avvalersi o meno dei dati così raccolti – dai suoi partner – per mostrare banner mirati. Dulcis in fundo, le Condizioni d’uso e la Normativa dati: qui Mark ha reso noto occorrerà leggerle ed approvarle di nuovo, dacché il social dovrà essere certo che gli utenti siano edotti delle opportunità che avranno di tutelare maggiormente la loro privacy, grazie a norme più dettagliate e precise, visto l’elenco dei vari strumenti cui far ricorso nelle varie situazioni (ad esempio. come rivolgersi al Data Protection Officer europeo di Menlo Park).
Un’ampia parte del comunicato di Facebook ha riguardato, però, anche i giovani oggetto di un accresciuto novero di tutele. Gli utenti tra i 13 ed i 15 anni, in tutto il mondo, non disporranno più dell’opzione “pubblico” nella condivisione dei propri post, e verranno esposti ad un numero significativamente minore di categorie pubblicitarie: sino ai 18 anni, inoltre, saranno totalmente protetti dal riconoscimento facciale, disattivato. In Europa, sempre tra i 13 ed i 15 anni, vi saranno tutele in più, esplicate nella necessità – per gli utenti di questo range anagrafico – di richiedere l’autorizzazione dei genitori per fruire di tutte le funzionalità di Facebook: diversamente, non potranno inserire informazioni personali quali le preferenze religiose e politiche, compilare voci come “interessato a “, e visualizzeranno inserzioni meno mirate e più generiche.