Facebook: prototipo visore VR, etichette post politici, dark mode per l’app standard

Giorni di grande fervore per Facebook che, intenta a sperimentare un rivoluzionario visore per la realtà virtuale, e la dark mode sulla sua compaion app, è stata costretta a promettere maggiore attenzione ai contenuti problematici.

Facebook: prototipo visore VR, etichette post politici, dark mode per l’app standard

Facebook Inc, la holding di Mark Zuckerberg che offre servizi e app social a oltre 3 miliardi di utenti, già sotto la spada di Damocle di un emendamento all’annuale rapporto della concorrenza con cui il Parlamento Europeo vorrebbe vincolare la Commissione Europea a impedire forme di pubblicità mirate, sotto la pressione di diversi brand ha dovuto promettere l’etichettatura dei post politici che ne violeranno le policy: nel contempo, non sono mancate alcune iniziative “spontanee”, come l’avvio della sperimentazione per la dark mode nell’app standard del social in blu, e l’annuncio di un avveniristico visore per la realtà virtuale. 

Col passare del tempo, un po’ tutte le applicazioni più famose, tra cui Twitter, hanno introdotto la modalità scura, apprezzata per la sua capacità di non stressare la vista durante le letture con poca luce, e di far risparmiare la batteria dello smartphone sui modelli con OLED. Nell’assortimento di Menlo Park, la dark mode era già arrivata su WhatsApp, Instagram, Messenger, e Facebook Lite: considerando che anche Facebook Web ha introdotto il tema scuro, all’appello mancava solo l’app standard.

Il passato è d’obbligo perché qualcosa, in tal senso, ha iniziato a smuoversi, come testimoniato dagli screenshot condivisi in rete da alcuni utenti (es. @NotFridayCraig), ma anche dalla stessa Facebook, che ha confermato a SocialMediaToday di aver avviato un test global per la dark mode sull’app del social, coinvolgendo un ristretto numero di utenti. Al momento, non sono state fornite indicazioni sull’eventuale estensione del test ad un numero maggiore di users, o in merito al rilascio definitivo della funzionalità, che in versione stabile e finale potrebbe anche assumere una forma differente da quella attuale, in base ai feedback che verranno man mano raccolti. 

Un’altra grande novità, in ambito Facebook, è stata fornita, in vista della prossima sessione del SIGGRAPH 2020 dedicato alla computer graphics, dai Facebook Reality Labs che, in un paper, hanno rivelato di aver inventato, come prototipo, il “visore VR più sottile mai dimostrato fino ad oggi“, spesso appena 9 mm e pesante solo 17.8 grammi: rispetto alla totalità dei visori odierni, condizionati dal dover mantenere una certa distanza tra obiettivi e display per la messa a fuoco, la soluzione di Menlo Park adopera lenti olografiche con una piegatura ottica che, fondata sugli effetti di rifrazione della polarizzazione, ottiene i medesimi risultati rendendo non necessario frapporre una distanza tra lenti e display. Al momento, però, il prototipo che Menlo Park porterà in esibizione riscontra alcuni limiti tecnici piuttosto evidenti, come un campo visuale risotto a 90°, e la capacità di trasmettere all’occhio umano la sola luce verde.

Di recente, diversi grandi marchi, tra cui Starbucks, Unilever (Lipton, Algida, Knorr, Cif), Coca-Cola, The North Face, Verizon, hanno aderito all’iniziativa “Stop Hate for Profit” che, dietro la sospensione degli investimenti pubblicitari sui social, palesa la richiesta di maggior decisione nell’intervenire contro i contenuti problematici, il razzismo, e l’hate speech. Facebook, che in seguito alle prime adesioni all’iniziativa ha perso l’8.6% nelle contrattazioni in Borsa, con notevole danno alla propria capitalizzazione (ed al patrimonio di Zuckerberg, superato nella classifica dei Paperoni da mister lusso Arnault), ha diffuso un comunicato nel quale ricorda di aver bloccato 250 gruppi suprematisti, che i suoi algoritmi scoprono quasi il 90% dei contenuti afferenti a discorsi d’odio prima addirittura che vengano segnalati, e che un dossier dell’Unione Europea ha confermato che Facebook sia il social che, in 24 ore, ha rimosso più contenuti d’incitamento all’odio, superando anche YouTube e Twitter.

Consapevole però che molto vada ancora fatto, allineandosi a Twitter, Zuckerberg dal suo profilo personale ha rivelato che, prossimamente, i post dei politici che violino le policy del social, pur non venendo rimossi se ritenuti di interesse pubblico, saranno etichettati, anche qualora li si dovesse condividere per prenderne le distanze. 

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