Facebook, il noto social network co-fondato da Mark Zuckerberg, impegnato nella convergenza dei suoi servizi di chat, non ha lesinato comunicazioni in merito a varie novità, riguardanti la nuova interfaccia della piattaforma, un più stretto rapporto con Oculus, implementazioni a favore dello smart working e della salute. Qualcosa, però, secondo gli attivisti di Avaaz, andrebbe fatto anche contro le troppo ascoltate bufale in tema sanitario.
Era il 2018 quanto Mark Zuckerberg preannunciò una rivisitazione del social network che, nella sua quinta emanazione (FB5), sarebbe stato impostato per essere “veloce, moderno, interessante“. Dopo l’avvio dei test nel Maggio 2020, in ragione dei quali ancora oggi è possibile provare la nuova interfaccia, tornando poi al “Classic Facebook” qualora lo desiderasse, il momento dello switch-off definitivo sembra ormai giunto: all’apertura del social, su Facebook.com, gli utenti vengono accolti da un messaggio con quale li avvisa che il vecchio Facebook smetterà di esistere dal prossimo Settembre, a favore di un’interfaccia che, pur bianca, per attirare l’attenzione su poche e specifiche sezioni (i video di Watch, il mercatino Marketplace, i Gruppi, le Storie), potrà essere settata a piacimento in modalità scura, sarà più ordinata/pulita e intellegibile (testo più grande) e, dulcis in fundo, permetterà di ottenere caricamenti più rapidi di quel che si visualizza.
Messo in conto il prossimo arrivo del nuovo Facebook, Menlo Park ha comunicato anche altre importanti novità. Oculus, l’azienda che – nel bouquet di Mark Zuckerberg – si occupa di realtà virtuale e visori si prepara ad abbracciare ancor più strettamente la casa madre, visto che dal prossimo ottobre per usarne i servizi e lo Store i nuovi utenti non potranno più registrare un Oculus account, ma dovranno possedere un account Facebook (cosa prevista anche per i vecchi utenti, già esistenti, a partire – però – dal 2023).
Non meno importante è quel che succederà, dopo l’estate, anche a proposito delle videoconferenze. Secondo IndiaTvNews, dal prossimo Settembre, sugli smart display Portal (standard, Plus, Mini, con la piattaforma Portal TV schedulata più avanti) sarà possibile utilizzare i servizi di video meeting più popolari, quali GoToMeeting, Zoom, BlueJeans, e Cisco Webex, beneficiando delle videocamere AI supported e del suono ad alta fedeltà degli stessi.
Di maggior prospettiva invece, tanto che dovrebbe concretizzarsi in un anno e mezzo sia in Europa che negli USA, è il progetto, realizzato dai ricercatori del centro medico accademico NYU Langone Health e dei laboratori Facebook AI, che mira a velocizzare le risonanze magnetiche: il tutto, con un’accuratezza paragonabile a quelle tradizionali, è stato ottenuto addestrando una rete neurale a dedurre immagini del corpo umano (nell’esperimento, in realtà, si trattava del ginocchio) utilizzando appena 1/4, ovvero il 25%, dei dati grezzi occorrenti in precedenza. L’obiettivo, oltre a ridurre i prezzi di tale procedura diagnostica, è quello di diminuire i tempi di esecuzione della stessa, onde agevolare in particolar modo quei paesi a corto di apparecchiature per la MRI (Magnetic Resonance Imaging).
Novità dichiarate a parte, Facebook è destinata a intraprendere nuove misure anche contro la disinformazione sul tema della salute, almeno stando a uno studio condotto dal portale attivista Avaaz. In base a quanto reso noto, l’84% delle bufale sul tema della salute (es. Bill Gates e i vaccini come strumento di controllo delle persone, il 5G che farebbe male, il coronavirus nato in laboratorio, etc) sarebbe rimasto tranquillamente visibile sul social, nonostante l’operato dei controllori, che solo sul 16% di questo genere di contenuti sarebbero riusciti ad applicare adeguate segnalazioni. In conseguenza di ciò, i contenuti diffusi da noti siti poco attendibili (Dr. Joseph Mercola en Español, Collective Evolution, The Farmacy, Bradlee Dean, Waking Times, JadaNews.it, Pandora TV, Maurizio Blondet, Segni del Cielo, Byoblu, etc) avrebbero ottenuto 4 volte più visualizzazioni (per la precisione 3.8 miliardi di volte) di quelli provenienti da fonti affidabili, come l’OMS, o i ministeri della Salute locali.