Facebook: no backdoor, stop interoperabilità, nuovo layout, novità celebrative e per Portal

Ancora grane per Facebook, per la crittografia e l'eccessiva fusione delle app del social: nell'attesa che tutto ciò porti a risultanze concrete, risultano in distribuzione alcune simpatiche novità per la piattaforma, e delle migliorie per i device Portal.

Facebook: no backdoor, stop interoperabilità, nuovo layout, novità celebrative e per Portal

Facebook si prepara a celebrare la fine del 2019, con tanti video celebrativi, offrendo in regalo ai propri utenti una nuova interfaccia web e varie migliorie per i dispositivi Portal: il tutto mentre, tra le altre cose, negli USA emergono contrasti con le locali istituzioni in fatto di antitrust e crittografia. 

Negli ultimi tempi, si sono moltiplicate le occasioni di contrasto tra Facebook e le istituzioni americane, come dimostrato da due recenti accadimenti. Innanzitutto, è emersa la risposta ostile del social al procuratore generale William Barr che, circa 3 mesi fa, aveva chiesto a Menlo Park inserire una backdoor nelle sue app, per questioni di sicurezza pubblica visto che, come ribadito anche di recente nel corso di un meeting promosso dal Wall Street Journal, vi è il concreto pericolo che le organizzazioni criminali usino la crittografia delle chat app per agevolare la pedopornografia, il traffico di droga, ed il terrorismo.

Ebbene, sembra che i vertici di WhatsApp (il CEO Will Cathcart) e Messenger (il capo prodotto Stan Chudnovsky) abbiano opposto un sonoro diniego in merito, spiegando che la backdoor indebolirebbe la sicurezza pubblica, perché – oltre a poter essere usata da hacker e criminali – è verosimile che tornerebbe comoda anche ai regimi censori e totalitari

Peccato che, poco dopo, nel corso di un’audizione al Senato sul tema, i membri di un comitato giudiziario abbiano (per ora solo) invitato i big della tecnologia a prestare maggior supporto alle forze dell’ordine nel fornire prove, ora tutelate dalla crittografia, che potrebbero aiutare nella risoluzione di alcuni casi. Di rimando, Facebook – presente nella persona del responsabile per la privacy, Jay Sullivan – ha spiegato che il social ha portato a 35 mila le persone che vigilano sulla sicurezza della piattaforma, e che gli algoritmi bannano (analizzandone le info non crittografate) ogni mese 2 milioni di account avendone riscontrato degli abusi. Come dire che si fa molto già in queste condizioni.

Sempre dagli USA, e ancora una volta grazie al Wall Street Journal, è giunta la notizia secondo cui l’autorità garante per il mercato, la Federal Trade Commission, sarebbe propensa a un’ingiunzione nei riguardi di Facebook, per bloccare l’interoperabilità tra WhatsApp, Messenger, e Instagram (Direct) che, concepita per aiutare gli utenti a comunicare tra loro indipendentemente dall’app usata, porterebbe però anche a un’eccessiva concentrazione di informazioni, ostacolerebbe l’altrui concorrenza, e renderebbe più difficile procedere (come auspicato dalla senatrice Warren candidata alla Casa Bianca) allo “spezzatino” tra le realtà che fanno capo a Facebook Inc. Il pronunciamento della FTC è atteso per Gennaio e, in caso di accordo tra i 5 membri della stessa, porterà a intentare una causa legale (con tanto di presentazione delle prove) – presso una corte federale – contro la summenzionata holding. 

Come se non bastasse, è emerso che occorrerà ancora del tempo per il varo di quella corte suprema indipendente, promossa da Facebook, che prenderà decisioni vincolanti (anche per Zuckerberg) su quello che può o meno essere cancellato dalla piattaforma: i finanziamenti (130 milioni di dollari, con copertura di 6 anni) per gli stipendi del consiglio d’amministrazione (40 membri), per lo staff, e gli uffici, sono già stati stanziati. Semplicemente Menlo Park si prenderà più tempo per selezionarne i membri, il cui mandato – della durata di 3 anni – sarà rinnovabile per 3 volte. 

Ovviamente, assieme alla parte destruens dei problemi e delle polemiche, vi è anche quella construens delle proposte e delle buone notizie in salsa Facebook. Secondo alcune testimonianze, proprio in queste ore, Facebook starebbe distribuendo, via attivazione da serve remoto, il restyling della sua emanazione web based, per uniformarla a quella mobile, con una riorganizzazione che coinvolgerebbe anche i profili degli utenti (ora provvisti di scorciatoie, anche verso Messenger), e includerebbe il pieno supporto, in ogni elemento, al tema scuro

Anche il mondo degli accessori Portal si appresta a ricevere delle innovazioni. Gli smart display Portal ora funzioneranno con un semplice account di WhatsApp, in modo da consentire la comunicazione e l’uso di Story Time (arricchito di nuove fiabe o di ulteriori reinterpretazioni di quelle classiche) anche a chi sia sprovvisto di Facebook, mentre il dongle Portal TV (che proietta sulla televisione le videochiamate, permettendo agli utenti di muoversi in stanza come con la vecchia webcam delle prime Xbox) eredita molte feature extra. Tra queste, l’invio di un messaggio qualora l’interlocutore perda la nostra chiamata, Photo Booth per condividere su Messenger foto e video arricchiti di effetti AR direttamente dalla TV, Mic Drop per cantare assieme – a chiamata in corso – celebri canzoni su un palco AR, o permettere che gli interlocutori di Messenger vedano le foto mostrate sul SuperFeed del proprio Portal (una versione a distanza del guardare assieme i foto album di una volta). 

Infine, come da almeno 4 anni a questa parte, anche in questo 2019 Facebook sta iniziando a rendere disponibile la feature Year in Review, presso facebook.com/memories, in modo da aiutare gli utenti a creare il video celebrativo “Il tuo anno 2019 su Facebook”, scegliendo tra le foto che si è caricato online (o nelle quali si sia stati taggati) tra quelle proposte da un algoritmo automatico con la possibilità, a quanto pare, di poter escludere dalle proposte dell’algoritmo determinate date o persone

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