Facebook: futuro incerto per Libra, concorrenza interna di WhatsApp e Instagram, controllo fake news da migliorare

Nuova settimana di preoccupazioni per i quartieri alti di Facebook, con la celebre piattaforma social alle prese con la concorrenza interna di WhatsApp e Instagram, con un futuro sempre più incerto per Libra, e con un sistema di fact checking da migliorare.

Facebook: futuro incerto per Libra, concorrenza interna di WhatsApp e Instagram, controllo fake news da migliorare

Non v’è settimana in cui Facebook e i suoi investitori possano dirsi tranquilli, al riparo da polemiche, attacchi, o brutte notizie. Anche in questi giorni, ad esempio, non sono mancati gli spunti di discussione, in merito a quel che ruota attorno al social in blu, con l’indiscrezione secondo cui Libra potrebbe anche non vedere mai la luce, o quella in base alla quale la piattaforma social patirebbe la concorrenza interna di WhatsApp e Instagram: non meno importante è la critica trapelata da un’azienda partner in merito alla verifica delle notizie false.

Il periodico di informazione economica CNBC è stato in grado di dare un’occhiata alla documentazione depositata da Facebook presso la Sec, che vigila sugli scambi nella Borsa americana di Wall Street, riuscendo in tal modo a sapere cosa sia stato comunicato agli investitori di Menlo Park in relazione alla criptomoneta Libra.

Facebook ha confermato che l’obiettivo è di rilasciarla entro il 2020, ma ha spiegato che, dal momento dell’annuncio, in quel di Giugno, sono emerse molte e continuate attenzioni da parte delle autorità pubbliche, e non è detto nemmeno che il mercato ne accetti l’introduzione: non meno importante è la mancanza di know how dell’azienda (nonostante l’operato in merito dell’ex PaPal David Marcus) nei settori della blockchain o delle monete digitali. Ciò potrebbe portare o al mancato esordio di Libra, in ragione di un’incapacità a sviluppare e far esordire sul mercato un tale servizio, o all’impossibilità di vararla nei tempi sperati, e con la completezza desiderata. Ovviamente, da Menlo Park non sono arrivati commenti a quanto riportato dalla fonte economica in questione. 

Secondo i dati del secondo trimestre del 2019, Facebook ha portato a 1.6 miliardi il numero di utenti attivi ogni giorno, con una crescita rispetto all’anno precedente che, accreditata di un + 8%, è risultata tra le più basse che Menlo Park mai ricordi, con gli utenti che, per due anni, non sono affatto aumentati nei tre mercati (USA, Canada ed Europa) cruciali (in termini di entrate pubblicitarie) dell’azienda. La ragione di tale rallentamento starebbe certo nei freni apportati dalla GDPR europea, ma non solo. Un analista dei dati del social, Tom Cunningham, ha imputato la flessione citata alla concorrenza di WhatsApp, i cui utenti (1.5 miliardi complessivi) sembrano i meno propensi a essere presenti anche su altre app di Menlo Park, e di Instagram che, cresciuta molto più della casa madre, ha portato molti utilizzatori a ritenere non più così interessante conservare la “doppia cittadinanza digitale”, optando per il solo social dedicato alle immagini.

Facebook ha reagito a questo stato di cose con la decisione, da parte di David Wehner, responsabile finanziario del colosso in blu, di render noto il numero di utenti che usa almeno una delle app del gruppo hi-tech, più che i soli users di Facebook. In più, sarebbe stata messa in programma l’annunciata convergenza tra Messenger, Instagram e WhatsApp che, però, ora, sarebbe a rischio, viste le nuove indagini in tema di concorrenza varate dalla FTC e dalle commissioni del Congresso. 

Infine, la verifica delle fake news. In relazione al contesto britannico, Facebook – dal Gennaio 2019 – collabora con la no-profit agency londinese Full Fact che, in sostanza, trovandosi di fronte i post segnalati dagli utenti, li verifica uno ad uno, attribuendo loro delle etichette (tra cui falso, con titolo falso, satira, scherzo, opinione, vero). Ebbene, a 6 mesi dall’avvio di questa collaborazione Full Fact ha pubblicato un rapporto nel quale, pur lodando l’iniziativa del social, si augura alcune migliorie: nello specifico, andrebbero previste più etichette, estesi i controlli anche a Instagram e, dulcis in fundo, condivisi più dati con i checker, di modo che questi ultimi possano farsi un’idea dell’impatto che il loro impegno sta avendo nel garantire un’informazione corretta ed, eventualmente, migliorare. 

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