GF Vip, ex autore critica le squalifiche di Alfonso Signorini

Gian Maria Tavanti, che è stato uno degli autori del Grande Fratello per molti anni, ha voluto commentare le decisioni prese da Alfonso Signorini in queste settimane.

GF Vip, ex autore critica le squalifiche di Alfonso Signorini

Alfonso Signorini in questa quinta edizione si è dato molto da fare in ambito squalifiche, dal momento che ci sono stati molti casi sanzionati al “Grande Fratello Vip“. Il primo a essere allontanato dalla casa è stato Fausto Leali, a causa di alcune frasi razziste nei confronti di Enock Barwuah, poi Denis Dosio e per ultimo Stefano Bettarini.

Il pubblico non sempre ha condiviso le scelte di Alfonso Signorini, che viene accusato di aver favorito alcuni dei suoi pupilli all’interno gli studi di Cinecittà. Gian Maria Tavanti, ex autore del Grande Fratello, commenta il giorno dopo la non squalifica di Francesco Oppini, per aver detto delle frasi poco carine contro Dayane Mello e Flavia Vento, e ha lanciato duri attacchi nei confronti di Signorini.

Le parole di Gian Maria Tavanti

Con un lungo post su Facebook l’ex autore del GF si è chiesto il motivo di dare una seconda possibilità a Francesco Oppini, dal momento che gli altri concorrenti sono stati squalificati per motivi meno importanti. Successivamente fa un paragone con l’edizione scorsa, durante la quale Alfonso Signorini ha squalificato Salvo Veneziano per la stessa ragione del figlio di Alba Parietti.

Ecco le parole di Gian Maria Tavanti sui social network: “Un concorrente, Oppini, ieri non è stato squalificato, malgrado frasi sessiste e violente, perché Signorini lo conosce, e sa che è un bravo ragazzo, garantisce lui. […] Ma chi decide (e io un’idea di chi sia ce l’ho, e non sono gli autori) non si vergogna di farlo così a ca***, e di dare un esempio così sbagliato di applicazione della giustizia […] conta se conosci qualcuno, e non quello che hai fatto”.

Per l’ex autore dunque Alfonso Signorini, dopo quella puntata del “Grande Fratello Vip”, si è tolto la maschera dell’imparzialità per vestire l’abito dell’arbitrio, invitando così i suoi seguaci a non guardare più il reality show.

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