La celeberrima applicazione di messaggistica in verde, WhatsApp, vanamente avversata a suon di novità da Telegram, fresca di celebrazioni per alcune statistiche che la gratificherebbero non poco, avrebbe deciso di sospendere i progetti volti a introdurre la pubblicità in-app, quale sistema per monetizzarla, dopo che la stessa, a seguito dell’acquisto da parte di Facebook nel 2014, era diventata gratuita.
Nelle scorse ore, WhatsApp ha avuto di che rallegrarsi, grazie ai dati diffusi dal portale Sensor Tower che, prendendo in considerazione l’andamento dello scorso 2019, ha reso noto in un suo report come WhatsApp – almeno nel Play Store – sia l’app più scaricata di sempre, con un quasi pari merito rispetto a Facebook, ma alle spalle di TikTok, per quel che riguarda – invece – l’App Store.
Sempre in tema di statistiche, da Menlo Park stessa è stata condivisa una classifica (redatta con un focus sull’utente tedesco) dalla quale si evincono, con non poche sorprese, le 5 funzioni più utilizzate dagli utenti della piattaforma che, nello specifico, privilegiano i messaggi di testo, davanti allo Stato (le Storie mutuate da Instagram), a sua volta preferito rispetto all’invio delle immagini, alle chiamate VoIP, e ai messaggi audio.
Era il 2018 quando WhatsApp comunicò urbi et orbi l’intenzione di introdurre la pubblicità nell’app per monetizzarla, spiegando che il tutto sarebbe avvenuto tramite gli Stati degli utenti: la decisione portò all’uscita del co-fondatore dell’app Jan Koum che, assieme al collega Brian Acton, 6 anni prima, aveva etichettato le ads nell’app come “insulti all’intelligenza degli utenti“.
A quanto pare, però, qualcosa sarebbe cambiato negli ultimi tempi, almeno secondo un articolo del Wall Street Journal, secondo il quale WhatsApp avrebbe da poco sciolto il team incaricato di studiare i canali più efficaci per integrare le ads in WhatsApp: tale step sarebbe indicativo del proposito di mettere in pausa l’ingresso delle pubblicità, ferma restante la volontà di farlo in futuro, con Menlo Park che si sarebbe concentrata, quanto a sforzi, nel varo di nuove funzionalità in favore di WhatsApp Business che, pur messa in campo nel solo 2018 (dopo i rumors dell’anno prima), dispone da poco anche di una funzione catalogo e vanta già diversi users tra le imprese di medio-basso livello che se ne avvalgono per supportare le fasi di interazione col cliente.