Dopo tante novità annunciate come in test, basti pensare al codice QR per condividere le informazioni personali ed aggiungere i contatti, o al sistema per editare al volo le immagini all’interno dell’app stessa, WhatsApp sembra entrato in una fase di stanca. Solo apparente, però, come dimostrato dai rumors giunti a proposito della modalità scura, e dal prossimo lancio – in India – del sistema dei micropagamento in-app lungamente collaudato in loco.
Era dal Maggio scorso che non si parlava più della dark mode, quando il riscontro di alcuni brandelli della stessa lasciava presagirne l’imminente rilascio, poi scomparso dai radar hi-tech a causa di un rinvio presumibilmente imputabile all’emergere di diversi problemi di natura tecnica.
Messo da parte il falso allarme in questione, qualcosa è tornato a smuoversi in merito, almeno secondo i leaker di WABetaInfo che nel corso di un cinguettio pubblicato online hanno prospettato la possibilità che la modalità scura di WhatsApp possa esordire a partire da iOS, allorché – verso fine estate – Cupertino presenterà ufficialmente la versione definitiva di iOS 13 (in beta da Giugno). Diverso il caso di Android, con la quasi totale assenza di indicazioni in merito ad un prossimo rilascio della dark mode sul robottino verde.
Anche sul fronte dei micropagamenti, ottemperati tramite lo standard UPI (sistema interbancario per l’invio e la ricezione di somme di denaro, associato uno o più account bancari ad un’app, senza condividere dati sensibili), qualcosa si muove in casa WhatsApp, seppur sempre a proposito dell’India, dove la popolare chat in verde ha avviato i test per la nuova funzionalità, su un milione di account coinvolti, sin dall’inizio dello scorso anno.
A quanto pare, frenato da alcuni restrizioni imposte dalla Banca Centrale indiana, Facebook sarebbe – secondo una fonte rimasta anonima – ormai pronta a sottoporle un documento da approvare, in cui dimostra, cosa già fatto da Amazon Pay, che i dati dei pagamenti che coinvolgeranno i tanti utenti locali (circa 300 milioni) saranno stoccati in server rigorosamente situati sul territorio indiano (con un’eccezione concedibile per la parte esterna di una transazione che, se presente, permetterebbe di ospitarne i dati anche all’estero).