Dopo gli attacchi sulle liste dei democratici in Campania, Saviano torna ad attaccare Renzi durante un intervento al Wired Next Fest di Milano: “Dopo la vittoria alle Europee, Renzi si è chiuso alla società civile e parla solo ai suoi. Il Pd non può rimanere nella logica per cui si dice signorsì o si sta gufando: bisogna crescere. Io gufo? No, io racconto e critico. E’ il mio mestiere“, afferma Saviano, che viene incalzato da una domanda sulla querelle tra lui e Renzi dopo un post sulla pagina Facebook di Saviano.
Il post scritto da Saviano diceva: “L’immagine del gufo usata dal premier Renzi come simbolo della sfortuna sembra aver avuto successo mediatico. Renzi, però, non può liquidare un disagio come fosse solo tifo negativo, una sorta di collettiva iattura. I problemi sono così tanti e il consenso così necessario da mantenere che Renzi corre un grave rischio: invece di mutare il corso delle cose, gestisce il corso delle cose“.
Chiara la posizione dello scrittore di Gomorra, a cui proprio non va giù la definizione di Renzi su chi dissente dalla sua opinione: “E’ inaccettabile parlare di disfattismo ogni volta che c’è una voce di dissenso, come è inaccettabile sventolare una ripresa che invece non c’è”, aggiunge, prima di fare un suggestivo paragone: “L’Italia è come il Trono di Spade: si costruisce un re per pugnalarlo. Oggi, inoltre cade il centesimo anniversario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra e, se si leggono i libri e i giornali dell’epoca, si parlava spesso di disfattisti: la narrativa sui gufì è uguale. Il Pd deve uscire da questa logica di chiusura“.
Dopo la questione De Luca, con Saviano che lo attacca (“Nelle sue liste c’è Gomorra”) e il candidato Pd campano che si difende (“Noi portatori di legalità”), arrivò Renzi a gelare De Luca (“nel Pd in Campania ci sono candidati che non voterei mai”), prima della visita a Salerno del premier e dell’annuncio di “impegno totale” per il suo candidato. La querelle Renzi-Saviano, invece, non sembra volersi placare.