Riconoscimento di Mattarella per due vittime generose

Il presidente della Repubblica ha conferito due medaglie d'oro alla memoria a Willy Monteiro e a don Roberto Malgesini, due martiri dei nostri giorni.

Riconoscimento di Mattarella per due vittime generose

Ad un mese circa dalla morte improvvisa, innaturale e violenta, due medaglie d’oro sono state conferite dal Capo dello Stato alla memoria di Willy Duarte e di don Roberto, definiti dal presidente Mattarella due “luminosi esempi di altruismo e generosità“, spintisi fino alla morte per  il prossimo. 

Quel coraggio istintivo e immediato nel soccorrere un amico in difficoltà non esitando a mettere a rischio la propria vita da parte del giovane Willy, che ha tentato anche una conciliazione, hanno dimostrato un senso civico non comune che sottolinea una encomiabile attenzione ai bisogni di chi ci sta accanto.

Attenzione agli altri proprio come nella vita di don Roberto che, attraverso il dialogo e la solidarietà, cercava quotidianamente di alleviare almeno per qualche istante i patimenti di coloro con cui la vita è stata meno generosa.

A Willy la medaglia d’oro al valor civile, a don Roberto la medaglia d’oro al merito civile. Sono destinatari delle medaglie al valor civile quei cittadini che hanno esposto la propria vita a manifesto pericolo con encomiabile sensibilità e senso civico. Sono destinatari delle medaglie al merito civile coloro, invece, che hanno mostrato un forte senso di abnegazione verso chiunque si trovi in stato di bisogno. Entrambe sono conferite con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno.  

Con questi due riconoscimenti, il Capo dello Stato ha voluto premiare due figure esemplari, interpreti dello spirito di solidarietà, accoglienza e servizio del bene comune su cui è stata scritta la nostra costituzione e su cui è fondata la nostra democrazia.

Un atto dovuto ed apprezzabile nella consapevolezza che lo Stato avrebbe dovuto agire anzitempo garantendo la sicurezza ed evitando simili tragedie. Non resta che auspicarsi ora una severa condanna da parte della magistratura, non per mera sete di giustizialismo, ma perché possa essere un monito affinché non si ripetano più simili barbarie.

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