Anche la cinese TCL non poteva mancare al Mobile World Congress 2019 di Barcellona, ove non solo ha portato un’elegantissima versione rossa del suo ultimo BlackBerry KEY2, ma anche illustrato i suoi progetti in fatto di tecnologie piegabili, e presentato le schede tecniche definitive di alcuni smartphone Alcatel già parzialmente anticipati nei giorni scorsi (e seguiti, in sede di fiera, dal tablet Alcatel 3T 10).
Come noto, TCL è licenziataria del marchio BlackBerry e, proprio alla grande mora, è ascrivibile la prima novità cinese, in veste di BlackBerry KEY2 Red Edition (779 euro): il nuovo modello di KEY 2, oltre ad un abito da sera rosso fiammante, raddoppia lo storage, portandolo a 128 GB, beneficia di Google Lens sulle fotocamere, e – tramite il consueto tasto Convenience Key – richiama Google Assistant, sfruttabile per programmare la giornata di lavoro, ovviando al pagamento in negozi e locali grazie a Google Pay.
Per quanto riguarda i dispositivi basati su display piegabili, il colosso cinese ha brevettato una sua soluzione, la tecnologia “DragonHinge“, che permetterà non solo di realizzare smartphone (un prototipo che, una volta aperto, dispiega un display OLED da circa 7.2 pollici è già pronto, sebbene sia stato calendarizzato per il 2020 perché ora le tecnologie pieghevoli sono troppo costose) sul modello del Galaxy Fold o del Mate X, ma anche dispositivi indossabili, visto che il DragonHinge può flettersi verso l’esterno, o simili ai libri, che si chiudono verso l’interno (sul lato lungo).
Tuttavia, dal palco dell’evento tenuto a Barcellona, il direttore generale del marketing e delle vendite del gruppo TCL Corporation, Peter Lee, ha presentato anche i nuovi e definitivi smartphone Alcatel perché, secondo il dirigente, sebbene le tecnologie puntino sempre in alto, come visto col 5G, esiste ancora un target di utenti che desidera sì una tecnologia di qualità, ma a prezzi umani.
L’Alcatel 3 (151.1 × 69.7 × 7.99 mm, per 145 grammi) si veste con un look sgargiante (Gradient Black Blue Purple o Gradient Blue), con un lato A contrassegnato, sopra un display FullView LCD IPS da 5.94 pollici con risoluzione HD+ (aspect ratio a 19:5:92, e body-to-screen dell’88%), da un discreto notch a goccia al cui interno è posta la selfiecamera (per il Face Key) da 13 megapixel interpolati (8 reali) mentre, sul retro, lo scanner per le impronte digitali, circolare (usato anche per lanciare le app preferite), è posto sotto altri 3 forellini, dei quali uno per il Flash LED e, sempre al centro, due per la doppia fotocamera (con autofocus e riconoscimento di 21 scene), da 16 interpolati (13 reali) + 5 (per la sfocatura dello sfondo) megapixel. La batteria è comunque da 3.500 mAh, sebbene il processore octa-core Qualcomm Snapdragon 439 vari le dotazioni mnemoniche a seconda che si scelga la variante mono, o dual SIM: nel primo caso, si disporrà di 4+64 GB (229 euro), mentre nel secondo ci si accontenterà di 3+32 GB (179 euro). Il tutto, coordinato, lato software, dal non più recente Android 8.1 Oreo.
L’Alcatel 3L, esibito nelle nuance Metallic Blue ed Antracite Black (151.1 × 69.7 × 7.99 mm, sempre per 145 grammi), condivide l’estetica del modello precedente, ma anche la stessa capienza della batteria (in questo modello foriera di una maggiore autonomia), il medesimo display (sotto un vetro 2.5D), e le identiche fotocamere (con quella posteriore avallata dal Google Lens): tuttavia, per renderne la dotazione multimediale più accessibile (a 149.90 euro, nel Q2 del 2019), il segmento computazionale è stato rivisto al ribasso, con 2 GB di RAM e 16 di storage (sempre per Oreo 8.1) abbinati ad un processore quad-core di Qualcomm, formato dallo Snapdragon 429.
Qualche piccola differenza, non foss’altro perché qui il notch a goccia manca, si ha con il super entry level Alcatel 1s (147.8 × 70.7 × 8.6 mm), cadenzato nelle livree Gold, Rose, e Metallic Black, con un display (HD+ da 5.5 pollici) che propone, sull’88% del lato A, un rapporto panoramico a 18:9, visto il lunotto superiore, nel quale alloggia la selfiecamera da 8 megapixel interpolati. La coppia della doppia fotocamera posteriore (ancora con Flash LED ed autofocus), qui spostata in alto a sinistra in un semaforo orizzontale, è da 16 interpolati + 2 megapixel: la sicurezza del device è affidata allo stesso scanner tradizionale per le impronte digitali, qui posto al centro.
Lato computazionale, l’Alcatel 1s (109.9 0 euro, dal secondo trimestre dell’anno in corso) si avvale dell’octa-core Spreadtrum SC9863A messo in condizioni di sfruttare una RAM da 3 GB, ed uno storage – espandibile ricorrendo alle microSD – da 32 GB di base: la batteria cala bruscamente, con una capienza ridotta a 3.060 mAh, affidando molte delle sue capacità d’autonomia alla feature Doze di Android Oreo 8.1.