Resta alta a Bruxelles l’allerta terrorismo e la polizia belga lancia la sua offensiva per stringere il cerchio attorno a Salah Abdeslam, che riesce però sfuggire.
Durante una retata scattata con una maxi-operazione attorno a sette quartieri della città, le forze dell’ordine hanno arrestato 16 persone, collegate in qualche modo ai fatti di Parigi. La minaccia anche a Bruxelles costringe il paese a rimanere blindato e la cattura delle 16 persone non basta per riportare la tranquillità.
Salah è ancora in fuga, e non si può abbassare la guardia. Le operazioni coordinate dalla polizia sono scattate nel tardo pomeriggio di ieri e le forze speciali hanno chiuso un ampio perimetro vicino alla Grand Place, sono entrati in un hotel Radisson e hanno compiuto azioni a Etterbeek, Molenbeek, Jette, Anderlecht, Forest, Woluwe. Tutto è avvenuto sotto lo sguardo di una città terrorizzata. A Molenbeek, le forze speciali sono entrati anche a casa dello zio di Salah. Purtroppo, durante le operazioni non sono state trovate né armi né esplosivi.
Anche per oggi Bruxelles resta paralizzata: scuole, asili, università e uffici pubblici sono chiusi, metro e tram sotterranei fermi, centri commerciali serrati e tutti gli eventi con partecipazione di pubblico annullati. Per il Belgio si tratta di una situazione eccezionale dettata dalla situazione.
Solo le istituzioni europee lavoreranno, ma si svolgeranno solo le riunioni più importanti. Per tutti gli altri, la vita dopo il weekend terribile non riparte. Il premier Charles Michel ha detto con fermezza: “La minaccia è considerata seria e imminente, temiamo attacchi simili a Parigi da più individui contro più obiettivi”.
All’indagine si lavora 24 ore su 24, con ogni mezzo, forse anche con la collaborazione del fratello di Salah, Mohamed, che ha di nuovo chiesto, tramite tv e giornali, al fratello di consegnarsi perché la famiglia preferisce vederlo “in prigione piuttosto che al cimitero”. Il ragazzo, fortemente dispiaciuto, ha anche acceso delle candele per le vittime degli attentati.