Reddito e pensioni di cittadinanza: provvedimenti confermati, ma ci saranno più controlli sui furbi

Il reddito e le pensioni di cittadinanza vedono una nuova conferma in arrivo dalle ultime dichiarazioni del ministro dell’economia Gualtieri. Ma i controlli sui furbetti stanno per diventare più stingenti.

Reddito e pensioni di cittadinanza: provvedimenti confermati, ma ci saranno più controlli sui furbi

Arrivano nuove importanti conferme sulla prosecuzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza. I due provvedimenti chiave fortemente voluti dal Movimento 5 Stelle sembrano destinati ad occupare un ruolo centrale anche nelle politiche di welfare del nascente governo giallo-rosso, sebbene in vista ci potrebbero essere comunque dei correttivi.

A fare chiarezza in merito alla vicenda è stato negli ultimi giorni il neo ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il quale ha non solo indicato la prosecuzione dei provvedimenti, ma ha anche evidenziato in che modo potrebbero essere migliorati all’interno della prossima legge di bilancio 2020. Ovviamente non si tratterà di modifiche di ampia portata, considerato che non c’è l’intenzione di snaturare le misure, e viste anche le risorse disponibili piuttosto limitate.

Quello che appare probabile è quindi un lavoro di limatura, che potrebbe partire da una revisione dei requisiti di accesso per facilitare la percezione dell’assegno di welfare in particolare alle famiglie numerose. L’idea consiste nel ripensare le scale di equivalenza, ma anche il meccanismo di funzionamento dell’ISEE (che attualmente sembra eccessivamente limitante soprattutto davanti a casi particolari o a situazioni molto specifiche).

Con la prossima manovra si va verso controlli maggiormente stringenti

Oltre ad un possibile ampliamento della platea in favore di chi vive situazioni di particolare disagio, il nuovo esecutivo starebbe pensando al contempo di inasprire sia le verifiche che le sanzioni sui furbetti che approfittano dei nuovi assegni di welfare con false dichiarazioni o attraverso l’attività lavorativa in nero. Una delle ipotesi consiste nella riduzione della soglia per i prelievi in contanti, misura che potrebbe garantire maggiore semplicità nel contrasto agli acquisti illeciti. Se così fosse, la soglia delle attuali 100 euro mensili prelevabili dal bancomat potrebbe dimezzarsi fino a circa 50 euro.

A questa opzione si aggiunge anche la possibilità di affinare ulteriormente i meccanismi di reinserimento lavorativo, visto che ad oggi moltissimi percettori percepiscono il sussidio senza che risulti una loro attivazione in questo senso. Infine, ultimo ma non meno importante, si pensa di inasprire ulteriormente le sanzioni per chi lavora in nero (attualmente è prevista la reclusione fino a due anni) e per chi evita l’impegno al reinserimento occupazionale (con la sospensione del bonus). In quest’ultimo caso, si valuta la revoca definitiva del beneficio.

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