Reddito di cittadinanza verso una riforma: si studia l’allargamento della platea e la correzione delle disfunzioni

Nuovi cambiamenti in vista per il reddito e per le pensioni di cittadinanza: nella prossima riforma si terrà in conto maggiormente del numero dei componenti del nucleo familiare e si daranno maggiori poteri ai comuni.

Reddito di cittadinanza verso una riforma: si studia l’allargamento della platea e la correzione delle disfunzioni

Si concretizzano importanti cambiamenti in vista per il reddito e per le pensioni di cittadinanza, con una riforma che dovrebbe andare a riequilibrare alcune storture dell’attuale meccanismo di welfare, offrendo maggiore attenzione ai nuclei familiari più numerosi e garantendo più potere d’intervento ai comuni. Le modifiche al sussidio non prenderanno quindi forma solo con alcuni piccoli cambiamenti previsti con il prossimo decreto di maggio, visto che nel medio termine sarà attuata una vera e propria riforma del sistema.

A confermare l’avvio di un cambio di passo è stato il vice ministro all’Economia, Antonio Misiani, rispondendo recentemente alle domande di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Secondo quanto evidenziato dall’esponente del governo, tra le possibilità di intervento allo studio vi sarebbe anche un possibile incremento dell’importo che viene attualmente riconosciuto ai beneficiari del sussidio.

L’aumento non sarebbe però generalizzato, ma mirato alle famiglie che presentano maggiori condizioni di disagio. In ogni caso, un primo intervento pensato per allargare le tutele del meccanismo di welfare sarà attuato già all’interno del decreto di maggio, con l’obiettivo di aumentare la platea dei potenziali beneficiari.

Reddito di cittadinanza 2020: cosa potrebbe cambiare con il prossimo decreto legge

Entrando nello specifico, sulla base dell’ultima bozza riguardante il prossimo decreto in approvazione a maggio, diventerà meno difficile maturare i requisiti di accesso al reddito o alla pensione di cittadinanza. Infatti, l’indicatore Isee dovrebbe passare da 9.360 euro a 10 mila euro, mentre il patrimonio immobiliare cresce fino a 50 mila euro (resta in essere l’esclusione della prima casa). Infine, cresce anche il patrimonio mobiliare, passando da 6 a 8 mila euro.

Nella riforma di medio termine troverà invece posto anche un allargamento del potere decisionale attualmente disponibile in capo ai comuni, visto che quest’ultimi riescono a dimostrarsi più veloci nelle azioni di contrasto al disagio sociale. Infine, allo studio dei tecnici vi è anche il possibile incremento del sostegno in favore delle famiglie numerose,

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