Reddito di cittadinanza: rischio taglio del 20% e ritorno dell’obbligo di cercare lavoro

Dopo la sospensione dovuta all’emergenza Coronavirus ritorna l’obbligo di attivarsi per cercare un lavoro su coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza, mentre da settembre ci saranno i controlli sulla spesa del beneficio.

Reddito di cittadinanza: rischio taglio del 20% e ritorno dell’obbligo di cercare lavoro

Nell’ultima decade di luglio arrivano importanti aggiornamenti per i percettori del reddito di cittadinanza, con una normalizzazione delle condizioni di mantenimento del sussidio e il contestuale obbligo di spesa sull’assegno, al fine di evitare un taglio a partire da settembre 2020. Ma procediamo con ordine e iniziamo ad approfondire la riattivazione delle cosiddette misure di condizionalità. 

I beneficiari del reddito di cittadinanza (con esclusione degli invalidi e dei percettori della cosiddetta pensione di cittadinanza) a partire dallo scorso 20 luglio 2020 vedono rientrare in vigore gli obblighi connessi alla formazione e al reinserimento lavorativo. Quest’ultimi erano stati sospesi per due mensilità per via del decreto Cura Italia e dei rischi di contagio dovuti all’assembramento.

La sospensione è durata circa due mesi e riguardava obblighi come la registrazione sul sito MyAnapal, la ricerca attiva del lavoro e l’accettazione del patto per il lavoro. Riprendono quindi anche i vincoli riguardanti i colloqui psicoattitudinali e le prove di verifica e selezione in vista di una possibile assunzione, mentre i potenziali candidati che ricevono delle offerte di lavoro congrue dovranno accettarne almeno una su tre per non perdere il beneficio di welfare.

Reddito di cittadinanza: da settembre 2020 si rischia un taglio del 20% al mese se non si spende l’intero assegno

Un ulteriore provvedimento riguarda poi l’applicazione di un taglio al reddito o alla pensione di cittadinanza qualora l’assegno mensile non venga speso (o prelevato) interamente nel periodo di riferimento. Il taglio può arrivare al 20% nel mese successivo e verrà applicato a partire da settembre 2020, al netto dell’erogazione degli arretrati riguardanti il passato semestre.

Per effettuare il calcolo l’Inps metterà a confronto il saldo disponibile sulla carta di cittadinanza nell’ultimo giorno di ogni mese con il valore del beneficio effettivamente erogato nel mese successivo. Il taglio non viene applicato se l’importo risulta inferiore al 20% dell’assegno minimo (corrispondente a otto euro).

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