Pensioni e legge di bilancio 2020: dalla Quota 100 all’Opzione Donna, fino all’aumento degli assegni di invalidità

I programmi dell’esecutivo per la prossima riforma delle pensioni passano dalla legge di bilancio 2020 e interessano sia la flessibilità previdenziale che l’aumento degli assegni di invalidità. Ecco gli interventi più probabili.

Pensioni e legge di bilancio 2020: dalla Quota 100 all’Opzione Donna, fino all’aumento degli assegni di invalidità

Il cantiere degli interventi che verranno attuati sulle pensioni con la prossima legge di bilancio 2020 sembra proseguire spedito, nonostante l’arrivo del mese di agosto e la conseguente pausa dai lavori della politica. Settembre è dietro l’angolo ed il tempo stringe, visto che il prossimo mese dovrà essere pronta una prima bozza della Manovra di fine anno. D’altra parte, sulla questione si è già entrati nel vivo a luglio.

Il mese passato sono infatti emerse le linee programmatiche che seguirà l’esecutivo nell’attuazione dei propri interventi nel settore previdenziale, mentre hanno preso luogo (non senza polemiche) anche i primi confronti con le parti sociali.

Resta il fatto che al momento il quadro della situazione in merito agli interventi in corso di sviluppo sembra già abbastanza delineato. Se vi è la certezza che la Quota 100 e la pensione di cittadinanza proseguiranno nella propria sperimentazione, più cautela si ravvisa nella proroga delle altre misure di flessibilità attualmente disponibili nell’ordinamento previdenziale e che risultano in scadenza al termine del 2019.

Pensioni anticipate Opzione Donna, Quota 41 e aumento degli assegni di invalidità

La misura sulla quale al momento appare maggiore certezza è la proroga dell’opzione donna al 2020, un’opzione dedicata alle lavoratrici che consente il pensionamento a partire dai 58 anni di età (59 anni se autonome) e 35 anni di versamenti, a patto di accettare il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. In questo caso la vera novità potrebbe arrivare con l’introduzione di alcuni correttivi importanti volti al riconoscimento del lavoro di cura, in modo da rendere più semplice la maturazione dei requisiti di ingresso. Ad esempio, attraverso un bonus di 6 o 12 mesi per ogni figlio.

Diverso il caso della Quota 41 destinata ai lavoratori precoci, che prevede il pensionamento indipendentemente dall’effettiva età anagrafica raggiunta. Pur confermando l’intenzione di approvare il provvedimento entro il termine della legislatura, non sembra che al momento sia possibile un inserimento nella prossima Manovra. Mentre simili incognite caratterizzano anche l’eventuale proroga dell’APE sociale e volontaria, in scadenza al termine del 2019.

Infine, tra i provvedimenti in corso di approvazione, vi dovrebbe essere anche l’incremento delle pensioni di invalidità per chi possiede un assegno non superiore ai 280 euro al mese, anche considerando che la pensione di cittadinanza ha avuto un impatto piuttosto limitato rispetto alle ipotesi iniziali.

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