Pensioni di cittadinanza: Tridico ne chiede l’ampliamento

Dall’Inps si ribadisce la necessità di pensare un ampliamento per le nuove pensioni di cittadinanza. Ecco perché l’integrazione di welfare al reddito previdenziale sarà sempre più indispensabile in Italia.

Pensioni di cittadinanza: Tridico ne chiede l’ampliamento

Nel prossimo futuro la pensione di cittadinanza potrebbe occupare un’importanza crescente. Ne sembra convinto il neo presidente Inps, Pasquale Tridico, intervenuto recentemente durante la presentazione del nuovo dossier sullo Stato Sociale 2019 presso l’Università Sapienza di Roma. Al centro del convegno c’erano le due misure chiave avviate dal governo giallo-verde, ovvero le pensioni anticipate tramite quota 100 ed il reddito di cittadinanza.

Ma l’economista alla guida dell’istituto pubblico di previdenza ha voluto evidenziare l’importanza dei nuovi assegni di welfare anche nell’ottica di integrazione al reddito per chi un domani si troverà a doversi confrontare con pensioni sempre più basse. Uno scenario che appare probabile soprattutto per coloro che oggi si devono confrontare con una vita lavorativa precaria.

Ecco perché Tridico chiede di ampliare le pensioni di cittadinanza

In particolare, proprio la precarietà delle attuali condizioni lavorative di molti giovani renderà sempre più importante la presenza di adeguate misure di sostegno al reddito pensionistico nei prossimi anni. “Per via dei lavori temporanei, molti dei nostri giovani non raggiungeranno una pensione dignitosa”, ha spiegato Tridico, evidenziano quindi la necessità di trovare un rimedio.

L’economista sviluppa quindi le proprie idee attraverso un’ipotesi realistica. Ad esempio, un giovane che oggi inizia a lavorare attorno ai 25 anni, e con uno stipendio di 1.500 euro, potrà ottenere tra quattro decenni una pensione da 1.500 euro. Ma questo, solo a patto di non aver avuto una carriera discontinua, con l’effetto paradossale che verrà ulteriormente penalizzato chi ha già subito forti difficoltà o situazioni di disagio. Ed è infatti qui che sorge il problema.

Perché se lo stesso giovane si troverà coinvolto in una carriera discontinua o precaria, anche la pensione risulterà precaria. “Per questo occorre ripartire da una pensione di cittadinanza che va ampliata. Quella è la strada e in quella direzione dobbiamo andare”, ha concluso il presidente dell’Inps.

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