Pensioni di cittadinanza confermate anche nel 2020, ma il sussidio resta molto basso

Anche nel 2020 le pensioni di cittadinanza continueranno a restare disponibili. Le aspettative sono per un allargamento della platea, ma il principale nodo da sciogliere riguarda l’importo medio da fame.

Pensioni di cittadinanza confermate anche nel 2020, ma il sussidio resta molto basso

Le pensioni di cittadinanza rappresentano una delle novità più interessanti del 2019 per quanto concerne l’estensione delle tutele di welfare in favore di coloro che vivono una situazione di disagio in età avanzata. Il sussidio spetta attualmente a tutti coloro che hanno un’età uguale o superiore a 67 anni e che rispecchiano i requisiti patrimoniali e di reddito previsti dalla normativa (verificati tramite lo strumento dell’ISEE).

L’estensione vale anche per i nuclei familiari dove sono presenti 67enni, oppure in alternativa qualora i 67enni convivano con persone in condizione di grave disabilità o di non autosufficienza (un allargamento della platea introdotto con il cosiddetto decretone). Al momento la platea dei potenziali beneficiari resta però piuttosto contenuta dal punto di vista numerico.

Secondo le ultime elaborazioni fornite dalla stessa Inps, ad aver percepito la pensione di cittadinanza sono stati finora poco meno di 130mila italiani, oltre a circa 1.000 cittadini europei e poco più di 2.100 cittadini extraeuropei. Il numero appare ridotto se lo si paragona a quello dei beneficiari del reddito di cittadinanza, visto che quest’ultimo provvedimento ha coinvolto in totale oltre 900mila famiglie.

L’integrazione fornita dalla pensione di cittadinanza resta di importo basso

Stante la situazione, tra i dettagli che continuano a colpire rispetto all’erogazione delle pensioni di cittadinanza rientra sicuramente l’esiguità degli importi. Di fatto, più che ad una vera e propria pensione siamo di fronte ad una integrazione dell’assegno pensionistico fino alla soglia dei 780 euro al mese.

Sempre secondo i dati forniti dall’Inps, ai beneficiari del provvedimento sono arrivati mediamente circa 208 euro al mese. Si tratta di una cifra dimezzata rispetto a quanto non è stato garantito ai percettori del reddito di cittadinanza, che possono contare su di un assegno medio mensile di circa 418 euro. È chiaro che al momento la misura non ha ancora avuto la diffusione ipotizzata inizialmente. Un cambio di passo è quindi atteso con la prossima legge di bilancio, che dovrebbe intervenire a partire da un allargamento della platea dei potenziali fruitori.

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