Pensioni anticipate e crisi di governo: preoccupazione per Quota 100, Opzione Donna e precoci

Dopo le dimissioni del premier Conte, si riaccende l’incertezza politica. I lavoratori si interrogano sul destino delle nuove pensioni anticipate promesse negli scorsi mesi: tante le misure di flessibilità ora in bilico.

Pensioni anticipate e crisi di governo: preoccupazione per Quota 100, Opzione Donna e precoci

Tanto tuonò che alla fine piovve. Con la resa dei conti avvenuta ieri e le dimissioni presentate dal presidente del consiglio Conte, si apre una situazione di incertezza istituzionale e con essa tornano a riaccendersi i dubbi dei lavoratori in attesa di risposte rispetto alle misure di flessibilità previdenziale promesse negli scorsi mesi. D’altra parte, le ultime dichiarazioni in arrivo dalle stesse due ex ali dell’esecutivo gialloverde sembrano procedere in senso opposto.

Basti pensare alle dichiarazioni emerse negli scorsi giorni, dove dall’area leghista si punta il dito contro il reddito e le pensioni di cittadinanza (provvedimenti che si dice andrebbero rivisti perlomeno nei criteri di ingresso). Mentre dal Movimento 5 Stelle si mettono in dubbio la sostenibilità e l’inclusività delle nuove pensioni anticipate tramite Quota 100, tanto dal punto di vista dell’effettiva flessibilizzazione nell’accesso all’Inps quanto per il riavvio del turn over.

Ma se gli interrogativi relativi alla Quota 100 ed agli assegni di cittadinanza si trovano comunque a confrontarsi come provvedimenti che risultano già approvati ed in corso di funzionamento, la situazione più delicata si concretizza per le misure di prepensionamento attualmente in scadenza e che necessitano con urgenza di una proroga.

Pensioni flessibili 2020, la proroga dell’opzione donna, dell’APE e l’avvio della quota 41

Particolarmente delicata appare infatti la situazione di quelle lavoratrici e di quei lavoratori che da tempo chiedono di inserire nella prossima legge di bilancio 2020 la proroga di provvedimenti in scadenza alla fine del 2019. È il caso delle pensioni anticipate tramite Opzione Donna, che – senza una proroga – termineranno la propria sperimentazione al 31 dicembre di quest’anno.

Lo stesso si può dire per l’APE sociale e la versione volontaria, che consentono l’uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età ma con 30-36 anni di versamenti nel primo caso, e appena 20 anni di contributi nel secondo. Anche in questa particolare situazione, siamo davanti a misure sperimentali che necessitano di una proroga per poter funzionare il prossimo anno.

Infine, c’è la delicata vicenda dei lavoratori precoci. Quest’ultimi attendono l’estensione della Quota 41 per tutti ormai da molto tempo. Il governo giallo-verde si era impegnato a formalizzare il provvedimento entro il termine della legislatura, ma con la recente crisi ancora una volta sembra tutto destinato a tornare in discussione, stante che ad essere in dubbio è nel breve termine anche la stessa legge di bilancio 2020.

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