Pensioni anticipate 2019, con l’APE volontario si può ancora uscire dal lavoro dai 63 anni

L’alternativa alla quota 100 resta valida per tutto il 2019: richiede un anno in più per l’età anagrafica, ma solo 20 anni di contribuzione. Ecco perché può essere interessante approfondire l’opzione.

Pensioni anticipate 2019, con l’APE volontario si può ancora uscire dal lavoro dai 63 anni

La recente approvazione del decretone ha riacceso la discussione politica ed il dibattito pubblico sulle varie forme di accesso agevolato alla previdenza, evidenziando i pregi ed anche i limiti della nuova quota 100. Infatti, se con il provvedimento oltre 110mila italiani hanno già fatto richiesta di uscita agevolata dal lavoro, i vincoli previsti dal legislatore (62 anni di età e 38 anni di versamenti) rischiano di non coinvolgere una parte della platea di coloro che chiede maggiore flessibilità previdenziale.

Un’alternativa interessante al riguardo potrebbe essere rappresentata dalla proroga per tutto il 2019 dell’APE volontario, ovvero un provvedimento che consente comunque di ottenere il pensionamento con diversi anni di anticipo rispetto a quanto non avverrebbe con la pensione di vecchiaia (per la quale è necessario attendere la maturazione dei 67 anni di età).

I criteri di pensionamento secondo l’APE volontario per il 2019

Entrando nel merito dell’APE volontario, bisogna innanzitutto evidenziare quali sono i criteri di accesso alla misura. Si potrà fare domanda purché si abbiano almeno 63 anni di età ed al contempo si possieda una storia contributiva non inferiore a 20 anni di versamenti. A questi due elementi si aggiunge poi un ulteriore vincolo relativo all’importo del futuro assegno.

Infatti, per ottenere il via libera dall’Inps, la futura pensione dovrà infatti risultare non inferiore ad 1,4 volte l’assegno sociale. Inoltre, è importante non risultare titolari di una pensione diretta o di un assegno di invalidità. In caso di esito positivo della domanda, sarà possibile ottenere uno sconto massimo di 43 mesi rispetto ai requisiti dell’uscita di vecchiaia.

Infine, un’ultima valutazione andrà fatta in merito ai costi del provvedimento. L’APE volontario è, infatti, legato ad un prestito ponte di natura ventennale che il pensionando dovrà sottoscrivere assieme alla domanda di accesso all’Inps. La rata di ammortamento mensile sarà quindi trattenuta dal futuro assegno, comportando così una decurtazione che terminerà alla chiusura del prestito (quindi al saldo delle relative 240 rate di riferimento).

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