San Giorgio a Cremano, parla la vittima dello stupro: "Il mio corpo era diventato scarto"

La vittima dello stupro sotto alla stazione di San Giorgio a Cremano, Napoli, ha voluto scrivere una lettera, spiegando le polemiche dopo la scarcerazione dei due uomini

San Giorgio a Cremano, parla la vittima dello stupro: "Il mio corpo era diventato scarto"

In questi giorni ha fatto discutere molto la vicenda del presunto stupro sotto alla stazione di San Giorgio a Cremano, comune che si trova in provincia di Napoli. Una 24enne, come hanno rivelato le telecamere di sicurezza presenti in Circumvesuviana, sarebbe stato abusata da tre ragazzi.

Il Tribunale del Riesame di Napoli, in questi giorni, ha deciso di scarcerare sia Antonio Cozzolino di 19 anni, assistito dall’avvocato Antonio De Santis, che Alessandro Sbrescia, difeso da Eduardo Izzo e Giuseppina Rendina. Questa decisione ha scatenato l’ira di molti, in particolar modo quella di Luigi Di Maio, che attacca questa decisione con un lungo post su Facebook.

La lettera

La 24 enne, inizialmente, ha deciso di parlare dopo la scarcerazione di Antonio Cozzolino. In quella circostanza, ha voluto dimostrare tutta la sua delusione per la decisione presa dal Tribunale del Riesame di Napoli, poiché il suo racconto sembra non essere stato creduto. Infine, dichiara che se avesse saputo l’epilogo, molto probabilmente non avrebbe mai denunciato.

Ora, con una lettera rilasciata nello studio legale Maurizio Capozzo, la ragazza ha voluto raccontare quei momenti che ritornano spesso alla mente. Mentre subiva violenza dai 3 uomini, non era capace di reagire, la mente sembrava ignorare quanto le stesse accadendo; il suo corpo, sede della sua anima, era diventato un oggetto, se ne era distaccata, e lo riteneva sporco.

Poi continua dichiarando di essere uscita dalla propria casa dopo quindici giorni di terrore: “Mi sono seduta e non l’ho avvertito più. Ho cominciato ad odiarlo e poi a provare una profonda compassione per il mio essere. Compassione che ancora oggi mi accompagna, unita ad una sensazione di rabbia impotente, unita al rammarico, allo sdegno, allo sporco, al rifiuto e poi all’accettazione di un corpo che fatico a riconoscere perché calpestato nella sua purezza”.

Nonostante quanto provi in questo momento, la 24 enne si ritiene ancora speranzosa per il futuro. Dichiara, infatti, di voler diventare in futuro capo di un’associazione che si occupa della tutela e della salvaguardia delle donne, ragazze, e bambine a rischio.

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