Nella cassaforte blindata della Prefettura degli Affari Economici del Vaticano, che fu scassinata misteriosamente da ladri ancora oggi ignoti, che portarono via una serie di documenti su vicende delicate che riguardano significativi episodi passati e recenti della storia del Vaticano, vi era anche la nota delle spese su Emanuela Orlandi che, a quanto pare, è piena di errori di convenzionalismo.
Il tutto sembra scritto da persone a conoscenza di vicende e circostanze del pontificato dell’allora Papa. Ora ritorna la possibilità che coloro che hanno i documenti rubati vogliano colpire ancora il Vaticano. Per quale motivo? Svelare misteri mai chiariti, mandare nuovi messaggi, prendersi rivincite e chiudere conti in sospeso ancora aperti?
Il fatto è che il pontificato di Papa Francesco ora vive un momento difficile, nonostante egli sia amatissimo dai fedeli e considerato un Papa rivoluzionario dai media. All’interno della Santa Sede, invece, i suoi nemici non diminuiscono ma, da come stanno le cose, sembra siano in numero crescente.
Ci ritroviamo al ritorno dei “corvi” che, facendo emergere nuovamente il caso Emanuela Orlandi, stanno creando un periodo veramente particolare e complicato. Con la pubblicazione del dossier apocrifo, ora come ora, fanno “scuotere la testa” a molti. Si può proprio dire che, con il caso Orlandi, il clima in Vaticano sia nuovamente come un “mare mosso”. Non si sa se e quando saranno pubblicati nuovi documenti imbarazzanti, né se questi saranno documenti veri o apocrifi. Se falsi, ci si domanda se possano essere scritti ad arte per minare la credibilità di documenti originali rubati in Vaticano.
Il vero fatto è che le carte pubblicate in altri scandali (2012 e 2015) non sono mai state smentite dalla Santa Sede e, quindi: perché smentire questo documento? Fonti bene informate ipotizzano anche che vi sia il rischio imminente di altri “veleni”, dato che qualcuno, dopo la pubblicazione della falsa nota spesa su Emanuela Orlandi, potrebbe stare manipolando documenti reali.