Meta (Facebook Inc): tra super PC AI e grane per antitrust, Free Basics e criptovaluta Diem

Nonostante l'annuncio del suo nuovo super computer per l'intelligenza artificiale, l'ex Facebook Inc sembra bersagliata dalla cattiva sorte, tra malfunzionamenti dell'internet gratuito Free Basics, nuove grane per l'antitrust e il probabile de profundis per la criptomoneta proprietaria Diem.

Meta (Facebook Inc): tra super PC AI e grane per antitrust, Free Basics e criptovaluta Diem

Dense nubi si stanno addensando sul futuro di Meta che, pur impegnata nello sviluppare un potente super calcolatore per l’intelligenza artificiale, è risultata una volta in più essere a rischio “spezzatino”, con anche la criptomoneta Diem e il progetto Free Basic che non sembrano passarsela molto bene. 

La prima novità in quota Meta di questo middle-week è di tono positivo, e riguarda il varo del nuovo supercalcolatore RSC (AI Research SuperCluster) che, grazie alle attuali 6.080 GPU NVIDIA A100 collegate mediante un bus NVIDIA Quantum da 200 Gb/s, ed allo storage (175 PetaByte di Pure Storage FlashArray con 10 PetaByte di Pure Storage FlashBlade e 46 PetaByte di cache targati Penguin Computing Altus), risulta tra i più veloci super PC per AI del mondo, con buone probabilità di conseguire il primato nel corso del 2022, quando le GPU saranno portate a 16.000, rasentando, nel formato a mezza precisione, una potenza elaborativa vicina ai 5 exaflops.

Secondo l’azienda di Menlo Park della galassia Zuckerberg, il calcolatore RSC, sicuro (non è connesso a internet, con assenza di connessioni in uscita ed entrata, il transito di dati dallo storage alle GPU è crittografato end-to-end) e attento alla privacy (i dati generati dagli utenti sono decifrati solo prima dell’addestramento), servirà a sviluppare modelli AI per la comprensione del linguaggio naturale e per la computer vision, con migliaia di parametri, in modo da favorire la creazione di tecnologie per il metaverso, da aiutare nella moderazione e nel consentire a persone, parlanti idiomi diversi, di lavorare a progetti comuni o di giocare insieme, grazie a un sistema di traduzione automatica in tempo reale in favore di grandi gruppi di persone.

Passando alle cattive notizie, James Boasberg, giudice distrettuale di Washington D.C, ha affermato che la riproposizione della causa inizialmente intentata dalla Federal Trade Commission contro Meta, per aver intrapreso misure sleali con cui sopprimere la concorrenza conquistandosi una posizione dominante nel settore dei social comprando WhatsApp e Instagram, con i nuovi dettagli presentati a corredo, ha un impianto accusatorio che può reggere e quindi può andare avanti, con conseguente respingimento del ricorso di Menlo Park, anche in merito alla votazione che ha portato la FTC a varare tale causa, visto anche che la prima versione della causa antitrust in questione è stata proposta quando l’attuale presidentessa della FTC, la giurista 32enne Lina Khan, nominata da Joe Biden e notoriamente ostile a Facebook, non era ancora stata insediata. In attesa di appurare se le accuse riusciranno a essere dimostrate, portando a uno spezzatino in ragione del quale Meta potrebbe tenere Facebook ma dovrebbe rivendere WhatsApp e Instagram, ulteriori problemi hanno coinvolto invece il servizio Free Basic di Meta.

Quest’ultimo, bannato in India 5 anni fa, ad oggi offre l’accesso gratuito a internet a bassa banda, con la collaborazione di vari operatori locali, a oltre 300 milioni di persone nel mondo che in tal modo possono avvalersene per formarsi, per accedere a informazioni sanitarie e a strumenti di comunicazione: a causa di un problema nel software del colosso hi-tech, alcuni video sono finiti all’interno del programma Free Basic, che precisa come potrebbero essere addebitati costi (cosa che puntualmente è avvenuta) per il consumo del traffico dati da essi generati. L’inconveniente è stato “ampiamente affrontato“, ma non prima d’aver colpito circa due dozzine di nazioni, con “importi che complessivamente ammontano a una stima di milioni di dollari al mese“. 

Infine, il de profundis per il progetto Diem. Tempo fa, Facebook Inc, ora Meta, varò il progetto di criptovaluta Libra, con tanto di portafoglio digitale Calibra, ribattezzando la prima Diem e il secondo Novi dopo l’ostilità delle istituzioni e dopo l’abbandono del progetto da parte di grossi partner come Vodafone, PayPal, Visa, eBay, MasterCard e Stripe. Di recente, Menlo Park è riuscita a far partire il wallet Novi, per gestire le rimesse tra Guatemala e USA, ma con l’impiego della stablecoin Pax Dollar e, ora, il colpo ferale al progetto, secondo il portale Bloomberg, sarebbe stato assestato dalla Federal Reserve, la banca centrale USA, che avrebbe spinto la banca Silvergate a ritirare il suo appoggio all’iniziativa, con la conseguenza che la Diem Association avrebbe messo in vendita i suoi asset (proprietà intellettuali) per rifondere con essi coloro che avevano (ancora) creduto nell’iniziativa. 

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