Facebook, nel mentre si avvicina alla conclusione uno degli anni più travagliati di sempre, ne ha riassunto gli estremi più discussi in un interessante quanto realistico recap, ma ha anche guardato al futuro, con un nuovo progetto applicativo, chiamato Super, e diverse iniziative avveniristiche.
Puntuale, come ogni anno, Facebook ha avviato la distribuzione dell’iniziativa “Year in Review”, che riassume i fatti, gli accadimenti, le persone, che più hanno sollevato dei dibattiti, unendo le persone attorno alle medesime tematiche di un ideale, comune, sentire. Uno degli argomenti maggiormente emersi è senza dubbio quello del Covid-19, con le espressioni, in alcuni casi divenute hashtag, “Andrà tutto bene” e “Io resto a casa”, e il filmato della colonna di mezzi dell’esercito in uscita da Bergamo con i corpi delle vittime della prima ondata del virus. Sempre su Facebook è emerso un forte senso di comunità, con 47 milioni di Storie create per supportare le attività locali, come dimostrato dall’uso dell’adesivo “Support Small Business“, e diverse raccolte fondi (per la protezione degli animali, la pulizia degli oceani, la lotta ai cambiamenti climatici, le vittime degli incendi australiani, a favore della Protezione Civile o della Croce Rossa e per l’ospedale Sacco di Milano).
Resta nella città meneghina uno dei momenti più iconici dell’anno, con Andrea Bocelli che ha tenuto un concerto, la domenica di Pasqua, sul sagrato deserto del Duomo: ugualmente molto discusso e seguito è stato il live papale dell’Angelus. L’anno che si avvia a conclusione è stato l’anno delle icone scomparse, davvero tante, come Kobe Bryant, Ezio Bosso, Jarabe de Palo, Ennio Morricone, Luis Sepulveda, e della partecipazione sociale, come dimostrato dal fatto che abbiano avuto accesso al Centro informazioni sul voto di Facebook gran parte degli adulti iscritti a Instagram e Facebook, e come evidenziato dall’impressionante numero di menzioni (7.5 milioni) avvenute ogni giorno dopo la morte di George Floyd.
Nell’Agosto del 2018, Google lanciò “Cameos”, un’app che permetteva alle celebrità ed ai personaggi pubblici di effettuare video risposte sulle domande dei fan e gli argomenti in tendenza per chiarire i loro punti di vista, con la possibilità di essere pagati dagli ammiratori per elargire messaggi personalizzati. Qualcosa di simile, secondo Bloomberg che ha citato una fonte anonima a conoscenza dei fatti, è allo studio dell’NPE Team di Facebook che non più di qualche giorno fa ha distribuito pubblicamente, su iOS, l’app Collab per le jam session: il nuovo progetto, per ora testato internamente a Menlo Park col nome di “Super”, prevede che i creativi o le celebrità possano vendere prodotti durante i live, ma anche che i fan possano sponsorizzarli comprando regali digitali, o pagando per comparire nelle loro dirette, in modo da potersi scattare insieme un selfie o porre loro una domanda: al momento, non è chiaro se Super diverrà un’app autonoma o una funzione integrata (come avvenuto per i Reels di Instagram).
Sempre in tema di progetti futuri, una riunione tenuta dal Chief Technology Officer di Facebook, Mike Schroepfer, distribuita via audio ai dipendenti del social ma finita anche nelle mani del portale BuzzFeed, ha permesso di appurare come Menlo Park stia progettando il social Horizon frequentato da avatar (in stile Second Life), un’interfaccia cervello-macchina per tradurre le idee in azioni (mettendo a frutto, come già emerso in passato, l’acquisizione di CTRL Labs), un’intelligenza artificiale – TLDR (acronimo per “troppo lungo, non l’ho letto”) – per sintetizzare in punti e magari raccontare a voce un articolo, e un traduttore universale.