Sempre figurante tra gli smartphone più spoilerati in assoluto, ormai da qualche mese il Pixel 4a celava ben pochi segreti, nelle scorse ore fugati dalla presentazione ufficiale dello stesso, con un design parzialmente rinnovato, avvenuta ad opera della casa madre, Google che, dunque, ha deciso di portare all’esordio (in realtà dal 1° Ottobre) il suo travagliato medio-gamma, in attesa del più appetibile Pixel 5, destinato a essere accompagnato (in autunno) da un Pixel 4a con 5G (animato forse da uno Snapdragon 765 e prezzato a 449 dollari).
Pixel 4a (144 x 69.4 x 8.2mm per 143 grammi, nuance nera con finitura opaca) ha un frontale che, ora, presenta un foro in alto a sinistra, per la selfiecamera da 8 megapixel (un Sony IMX355, con grandangolo 84°, apertura a f/2.0, fuoco fisso, pixel grandi 1.12 micron, video FullHD@30fps, stabilizzazione elettronica, priva di Face Unlock e di Motion Sense in quanto non abbinata a un chip radar Soli).
In conseguenza di tale scelta, finalmente tra cornici più ottimizzate, sotto un vetro Gorilla Glass 3, appare un luminoso (719 nits di punta) display piatto OLED da 5.81 pollici, con risoluzione FullHD+ estesa a 19.5:9, refresh rate a 60 Hz, Always on display, HDR, Now Playing (microfoni sempre attivi, per riconoscere a schermo spento, via database locale, la musica in riproduzione nei paraggi), privo – però – delle gesture Pixel Edge (richiamo di funzionalità stringendo, à là HTC, i bordi).
La coverback, realizzata in policarbonato come il resto della scocca, somiglia a quella del Pixel 4: al centro va a collocarsi lo scanner circolare per le impronte digitali (in tandem col chip crittografico Titan M), meno profondo che nel Pixel 3a e con la medesima trama circostante, mentre a sinistra si trova il bumper squadrato (19.4 x 19.4 x 0.93 mm) ma arrotondato, per il Flash e la fotocamera posteriore, da 12.2 megapixel (Sony IMX363, grandangolo a 77°, apertura a f/1.73, pixel grandi 1.4 micron, stabilizzazione elettronica ed ottica, messa a fuoco fasica dual pixel, cursore a doppia esposizione, video girati in 4K@30 fps o in FullHD@30/60fps): quest’ultima supporta la modalità HDR+, quella per immortalare il cielo stellato (Astrofotografia), la Night Sight (visione notturna) e (al pari della selfiecamera) la modalità Ritratto. Di lato, sulla sinistra, verso il basso, spicca lo slot per la SIM mentre a destra, in turchese, spicca il pulsante d’accensione, assieme al bilanciere del volume.
Di fascia media risulta essere il segmento elaborativo. Nel Pixel 4a ciò avviene con il processore octacore (2.2 GHz) Snapdragon 730G, messo in coppia con la GPU Adreno 618: la RAM (LPDDR4X) si attesta sui 6 GB, mentre per lo storage (UFS 2.1), non espandibile, è possibile ricorrere alla pezzatura da 128 GB (389 euro).
Sul versante delle connettività, Google ha puntato sulla completezza: la parte alta del device presenta il jack da 3.5 mm mentre in basso, tra i due speaker stereo, è presente una microUSB Type-C 1.0, con cui caricare – rapidamente (100% in 87 minuti), a 18W – la batteria, da 3.140 mAh (capace supportare 6.5 ore di schermo acceso). Ovviamente, non mancano il (nanoSIM + eSIM), il modem per il 4G (sino a 600 Mbps), il Wi-Fi ac dual band, il Bluetooth 5.1 (A2DP), il localizzatore GPS (A-GPS, BeiDou, Galileo, Glonass), ed il modulo NFC.
Il sistema operativo, infine, è Android 10 con 3 anni di aggiornamenti, Pixel Launcher, Google Assistant (migliorato), Live Caption (trascrizione dei sottotitoli in tempo reale per audio e video), Recorder (trascrizione ed etichettatura delle registrazioni audio in automatico su GDocs), e un trimestre d’abbonamento gratis a Google One (storage online), Google Play Pass (una sorta di Netflix del gaming), e YouTube Premium.