Voucher Baby Sitter 2020 con Decreto Cura Italia: ecco a chi spetta, possibilità anche per i professionisti

All’interno del decreto Cura Italia pensato per contrastare l’emergenza Coronavirus è previsto anche un voucher baby sitter destinato a sostenere le spese di cura dei figli per chi lavora. Le informazioni da conoscere per fruire del provvedimento.

Voucher Baby Sitter 2020 con Decreto Cura Italia: ecco a chi spetta, possibilità anche per i professionisti

Tra i numerosi provvedimenti inseriti all’interno del decreto “Cura Italia” ce n’è uno pensato in modo particolare per sostenere il lavoro di cura delle famiglie dovuto alla chiusura delle scuole. Queste ultime sono infatti destinate a rimanere chiuse almeno fino al prossimo 3 aprile 2020, posto che un’ulteriore proroga del provvedimento di blocco al momento non può essere esclusa.

Con l’approvazione dell’ultimo decreto, il governo ha quindi previsto la creazione di un voucher baby sitter 2020 da 600 euro al mese, che si estende fino a 1.000 euro per tutti gli operatori sanitari ed i ricercatori. Le regole di fruizione prevedono però che il bonus sia richiedibile solo da quei nuclei familiari nei quali tutti e due i genitori risultano lavoratori.

Oltre a ciò, i figli devono aver maturato un’età non superiore ai 12 anni. Ovviamente tra le precondizioni figura l’assunzione regolare della baby sitter, visto che il voucher è pensato in modo specifico per questo tipo di servizio. Da notare che il beneficio non è destinato solo ai lavoratori dipendenti. Infatti, anche liberi professionisti non iscritti all’Inps (come ad esempio avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro) potranno usufruire del provvedimento.

Come richiedere e utilizzare il bonus baby sitter: serve il libretto di famiglia

Stante la situazione, dal punto di vista pratico i voucher possono essere utilizzati facendo ricorso al libretto di famiglia 2020 dell’Inps. In questo senso, la baby sitter deve risultare regolarmente assunta con il contratto di riferimento specifico previsto al CCNL sulla disciplina del lavoro domestico. L’inquadramento della baby sitter andrà quindi deciso in base al livello di esperienza ed alle competenze.

La retribuzione è calcolata in base alle ore lavorative, con un contratto a tempo pieno che prevede in via ordinaria 40 ore. Ovviamente sono previsti minimi retributivi che dipendono dal tipo di inquadramento. Rispetto agli obblighi di versamenti dei contributi, il maxi decreto ha fatto slittare la scadenza a giugno senza l’applicazione di sanzioni o interessi.

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