Dopo alcune novità riguardanti il funzionamento del microblog, rappresentate dal varo di una nuova policy contro la disinformazione, e dalla messa a disposizione di un mini-sito per i Creators e di una nuova API per i client di terze parti, Twitter è tornata protagonista dei rumors grazie ad Elon Musk, candidato ad acquistarne il 100% del controllo.
Lo scorso Aprile, un gruppo di azionisti di Twitter citò in tribunale Elon Musk in quanto aveva comunicato il suo investimento solo il 4 Aprile, e per giunta col modulo sbagliato (13G, riservato agli investitori passivi che non intendono influenzare le decisioni aziendali, quando andava usato il 13G, riservato a quelli attivi, come dimostrato dai tanti consigli migliorativi poi forniti dal miliardario via tweet), mentre avrebbe dovuto pre-avvisare la SEC con 10 giorni di anticipo, deadline scaduta il 24 Marzo.
Ora, dagli States si apprende che altri azionisti hanno citato Elon Musk in una causa presso la corte distrettuale federale della California Settentrionale per aver, con la sua condotta, fatta di dichiarazioni e tweet, manipolato il mercato, portando a un crollo del valore azionario di Twitter (in effetti precipitato di oltre il 18% nell’ultimo mese).
Lo scopo, secondo quanto evidenziato, sarebbe o quello di “ottenere dei motivi per ritirarsi dal mercato“, o quello di garantirsi un accordo migliore, rinegoziandolo a un prezzo inferiore a quanto pattuito (54,20 dollari per azione), all’insegna di un’ipotesi che è più di una mera speculazione, dato che lo stesso CEO di Tesla e Space X ha detto che tale opzione non è da scartarsi (pur in assenza di un’effettiva richiesta di rinegoziazione al ribasso).
Nella stessa citazione in tribunale, gli investitori di Twitter sono tornati sulla questione degli account falsi, in ragione della quale Musk ha per ora sospeso l’accordo di acquisizione del 100% di Twitter in attesa di vederci chiaro in merito, sostenendo che il candidato acquirente era consapevole di questo problema, avendo più volte twittato in materia in passato, e financo risolto una causa milionaria “basata sugli account falsi” (o controllati da bot).
Al momento, nel mentre l’alleato di Musk, Egon Durban, co-CEO di Silver Lake, le cui dimissioni (presentate per aver perso l’appoggio di alcuni investitori) sono state respinte, rimane nel CdA della piattaforma, non è chiaro che orientamento potrà prendere il giudice incaricato di decidere, ma è certo che, in caso accoglimento delle richieste, Musk potrebbe dover versare un risarcimento a chiunque detenga azioni di Twitter e dover concludere l’acquisto del social in base ai termini pattuiti inizialmente.