Il celebre social network Twitter si appresta a varare un nuovo sistema per aiutare i creators digitali a monetizzare: inoltre, il social ha in serbo anche novità per la verifica dell’identità, e l’introduzione dell’esperienza di ricerca in molte sezioni della piattaforma. Nel contempo, non sono mancati i tweet ufficiali del social e del suo CEO, con importanti rivelazioni.
Grazie ad alcuni screenshot condivisi dalla designer di Twitter, Andrea Conway, è emerso come Twitter stia testando il mettere a disposizione più emoji come reazioni nei DM, o messaggi privati. Ciò potrebbe avvenire collocando un form di ricerca nel pop-up sulle reazioni per usare qualsivoglia emoji come reazione. Inoltre, il social sta anche lavorando alla “capacità di aggiornare le reazioni che vengono immediatamente visualizzate a qualunque cosa tu scelga“. Sempre dalla Conway arriva l’ammissione che Twitter vorrebbe porre l’esperienza di ricerca su più superfici, come tra i segnalibri, gli elenchi e così via, anche se al momento c’è indecisione sull’implementare la cosa tramite un design compresso o uno espanso.
Come noto, da qualche ora Twitter ha chiuso la funzione dei CoTweet. Orbene, nel rispondere a un utente che si complimentava per tale defalcamento, il nuovo proprietario del social Elon Musk ha precisato che quella mandata in pensione era una funzione introdotta poco felicemente e che, invece, ha indirizzato i suoi programmatori sulla possibilità per gli autori di monetizzare i propri tweet. Nello specifico, mentre ora i creator hanno solo la funzione Super Follow a disposizione (pubblicazione di contenuti esclusivi per coloro che, abbonandosi a tale funzione, divengono appunto super seguaci), con la nuova funzione in dirittura d’arrivo, in quanto all’esordio beta la prossima settimana, i creatori di contenuti digitali saranno pagati per i propri tweet senza che si debba passare per un abbonamento, potendo “allegare articoli (es. saggi – ndr) e altri elementi ai propri tweet ed essere pagati per questi contenuti“.
Sul quanto si verrebbe pagati per gli annunci nei tweet di questo tipo, è possibile far riferimento al passato, quando Musk aveva promesso il varo di un sistema di remunerazione addirittura più generoso e migliore di quello di YouTube che, a titolo informativo, garantisce ai creators il 55% di quanto generato, in termini di ricavi, con i propri contenuti.
Sempre in tema di comunicazioni ufficiali, nelle scorse ore l’account Twitter Developer ha condiviso diversi cinguettii per spiegare come, dal prossimo 9 Febbraio, sarà interrotto il supporto per le versioni 1 e 2 delle sue API, che permettono ai creatori di client terzi di accedere al set di dati del canarino azzurro. Ciò era emerso anche nelle scorse settimane, con diversi client alternativi per Twitter, tra cui Tweetbot e Twitterrific, che avevano dovuto alzar bandiera bianca. Al posto dell’accesso gratuito alle sue API, il social ha spiegato che ne lancerà uno a pagamento, all’insegna dell’ennesima spinta di Musk verso la remuneratività del suo social, comprato a caro prezzo.
Nelle scorse ore, il commentatore conservatore Ian Miles Cheong ha condiviso l’esito di un esperimento che gli ha permesso di scoprire come, settando il suo account su privato, i suoi post avessero una portata maggiore che se avesse pubblicato lo stesso tweet come account pubblico. Nel commentare la cosa come preoccupante, Musk ha condotto un test simile sul suo account e, in seguito, tornato in pubblico, ha rivelato come la piattaforma risolverà il problema “entro la prossima settimana“.
Secondo la leaker Jane Manchun Wong Twitter sta poi lavorando per mostrare se l’ID di un account sia verificato, con la verifica dell’identità di un account che prevederà un flusso nel cui ambito bisognerà caricare la propria carta d’identità valida e scattarsi un selfie. La sicurezza, rispetto alla possibilità che le immagini ID sian memorizzate nei server di Twitter, è assicurata dal fatto che, secondo la Wong, sarà una terza parte a occuparsene.