Il colosso dello streaming californiano Netflix, non nuovo a iniziative del genere, ha ri-aumentato i propri abbonamenti, seppur solo in alcuni mercati anche se, nel contempo, non ha escluso a priori un percorso ads based per proporre i suoi contenuti (sullo stile di Serially, ad esempio). Sul piano dei contenuti, la grande N, interrotte le trasmissioni e le produzioni in Russia, ha confermato un suo maggior impegno nel gaming e l’avvio delle riprese per una nuova mini-serie italiana.
Nelle scorse ore, Netflix ha annunciato un aumento di tutti i suoi abbonamenti, base, standard e premium, in Gran Bretagna (dopo la rimodulazione di Dicembre) e in Irlanda (dopo quella del Marzo 2021). Nello specifico, per l’abbonamento base si tratta del primo rincaro, nello UK, in 10 anni, con un passaggio da 5.99 a 6.99 sterline, mentre in Irlanda è la prima volta in 8 anni che l’abbonamento più economico rincara, passando ora da 7.99 a 8.99 euro. L’abbonamento standard (due streaming HD simultanei) rincara di 1 sterlina nello UK (ora da 10.99) e di 2 euro a Dublino (ora 14.99 mensili): infine, l’abbonamento già di per sé più caro, quello premium, verrà ora a costare 15.99 sterline nello UK, e mensilmente 20.99 euro in Irlanda.
Come da prassi, i nuovi rincari saranno subito percepiti dai nuovi abbonati, mentre per i già sottoscrittori arriverà, 30 giorni prima dell’entrata in vigore, un avviso da parte della piattaforma che, sempre come da routine, ha motivato il rincaro in oggetto con l’esigenza di “realizzare le serie, i documentari e i film che i nostri membri amano, oltre a investire nel talento e nell’industria creativa“, con la classica chiosa che, in ogni caso, vengono sempre offerti più livelli di abbonamento per andare incontro alle esigenze e possibilità di tutti.
Ancora in ambito tariffario, nel corso di un incontro con gli investitori, il direttore finanziario di Netflix, Spencer Neumann, ha spiegato che, anche se la piattaforma ha un piano di abbonamenti scalabile nel quale confida molto, non è (al contrario di quanto palesato dal co-CEO Reed Hastings in passato) contraria per partito preso ad un modello ads based (cioè con pubblicità), anche se, per intendersi, non è qualcosa di già in programma. Gli utenti italiani, andati incontro a una rimodulazione dei piani standard e premium nell’autunno 2021, non sarebbero in tal senso contrari, come dimostrato da una ricerca che, anzi, li vedrebbe favorevoli con un rapporto di 6 a 4 verso l’ipotesi di contenuti gratuiti offerti col compromesso della pubblicità.
Sul piano dei contenuti, l’altra leva su cui Netflix gioca spesso nel rapporto con i suoi abbonati, in essere e potenziali, la celebre piattaforma, reduce dalla decisione di interrompere a tempo indeterminato il proprio servizio in Russia (in sostanza non sarà possibile abbonarsi, e gli unici a fruirne, sino a scadenza, saranno gli attuali abbonati), bloccando anche la produzione in corso di nuovi contenuti originali in lingua russa, ha annunciato l’acquisizione (per 65 milioni di euro) della gaming house Next Games (nota per aver realizzato i videogiochi associati ai franchise di Stranger Things e The Walking Dead), che fa seguito a quella di Night School Studio (Oxenfree), con il presumibile scopo di ampliare l’offerta di casual games (senza pubblicità o acquisti in-app) offerti gratuitamente ai suoi abbonati (ad oggi 14 titoli, non sempre legati ai franchise narrativi della grande N).
Infine, partiranno nel Sud Italia, in Puglia, le riprese dei sei episodi della mini serie “crime-western” Briganti, ambientata nel Meridione verso la metà dell’800 che, grazie alla sceneggiatura firmata da un collettivo di 5 registi, ripercorrerà le vicende di uomini e donne che, con un afflato epico, si diedero alla macchia non accettando la caduta del Regno borbonico delle Due Sicilie ad opera dell’aggressore sabaudo.