La celeberrima piattaforma dei social, Meta, si è avviata al fine settimana con una grana bella grossa attinente al suo tentativo di espandersi ulteriormente nel settore della realtà virtuale (rivaleggiando con Apple) che l’ha già vista protagonista di numerose e pesanti acquisizioni (vedasi Beat Games, realizzatrice di Beat Saber). Nel mentre, il colosso di Menlo Park ha avviato una profonda riflessione sul tema della disinformazione da coronavirus.
I problemi di Facebook con le istituzioni, anche americane, son cosa di vecchia data. Nel 2019, la Federal Trade Commission ha multato il social per 5 miliardi di dollari, per violazione della privacy, imponendo alla piattaforma in blu anche restrizioni alla sua attività e nuovi controlli. Nel 2020, poi, sempre la FTC e, Letitia James, procuratore generale di New York, hanno avviato una causa anti-trust contro Facebook Inc, la controllante del social ora nota come Meta Plaforms, per la sua condotta volta a eliminar la concorrenza, comprando i piccoli competitor prima che diventino pericolosi, come fatto nel 2012 con Instagram e nel 2014 con WhatsApp.
Nelle scorse ore, è giunta notizia che ancora la FTC abbia agito contro Meta e Zuckerberg presentando “un ordine restrittivo temporaneo e un’ingiunzione preliminare contro la proposta acquisizione” avanzata da Menlo Park nei riguardi di Within Unlimited, lo studio di sviluppo digitale del gioco da fitness virtuale Supernatural, spiegando – nel contesto di uno dei primi interventi anti concentrazione relativi al Metaverso registrati negli annali del diritto – che Meta abbia già una posizione dominante nella VR, avendo acquisito Oculus VR, che realizza i più venduti visori del settore, disponendo dello store principale di app VR (con oltre 400 applicazioni), senza contare che 7 dei principali studios afferenti alla VR sono di proprietà dell’impero di Zuckerberg. Ovviamente, non è mancata la risposta a stretto giro di uno dei portavoce dell’azienda, che ha ritenuto la presa di posizione della FTC ideologica, spiegando che l’acquisizione in questione sarebbe “positiva per le persone, gli sviluppatori e lo spazio della realtà virtuale” e che invece con lo stop si invia un “messaggio agghiacciante a chiunque desideri innovare nella realtà virtuale“.
Intanto, tra i rivali che Meta di sicuro non riuscirà a comprare vi è Apple, sul cui conto Zuckerberg – nelle scorse giornate – si è espresso nel corso di una riunione interna lasciata trapelare da qualcuno mediante una registrazione consegnata a The Verge. Nella stessa, Mark ha spiegato che Meta ed Apple siano in competizione “profonda e filosofica“ sulla direzione che dovrebbe prendere internet, all’insegna d’una rivalità che riguarderà anche la vendita di dispositivi hardware per le realtà aumentata e virtuale: a tal proposito, il giovane CEO ha accennato al fatto che col suo prossimo prodotto (il Meta Quest Pro, alias Project Cambria) il gruppo intenda porsi come “un’alternativa più aperta ed economica ad Apple“, il cui visore smart dovrebbe veder la luce entro fine anno.
Infine, Meta, come spiegato dal suo responsabile per gli affari globali (l’ex lib-dem) Nick Clegg, ha chiesto al suo consiglio di sorveglianza autonomo Oversight Board cosa fare nei riguardi della disinformazione da coronavirus in un momento in cui molti paesi stan tentando di tornare alla normalità a causa dell’evoluzione endemica della pandemia. Nello specifico, Menlo Park ha chiesto raccomandazioni sulla necessità o meno di continuare a rimuovere “contenuti fuorvianti o addirittura falsi su virus, vaccini e altri aspetti della crisi globale” (dopo che, sino ad ora, ha rimosso qualcosa come 25 milioni di falsità connesse alla tematica del Covid-19.