Facebook, pian piano, cerca di tornare alla normalità, programmando novità per lo sviluppo della sua piattaforma. Tra le più immediate ve ne sono alcune che faranno discutere, in relazione al riconoscimento facciale mentre, schedulata più in là nel tempo, vi è la prospettiva di prodursi in casa i chip per i sempre più numerosi hardware in cui si cimenterà. Nel mezzo, tanti test, relativi ad annunci pubblicitari interattivi, e nuove esperienze per i video.
Una prima novità, inerente Facebook, e connessa al post Cambridge Analytica, concerne il cosiddetto “riconoscimento facciale”, rimosso nel lontano 2012 di fronte alle proteste delle associazioni dei consumatori, ed alle perplessità dei legislatori: nelle scorse ore, diversi utenti hanno ricevuto un avviso che li invitava ad avvalersi di questo strumento, per una serie di buone ragioni: il poter sapere quando taggati a propria insaputa, il venir avvertiti nel caso qualcuno usasse nostre foto in forma non autorizzata, l’aiuto nel taggare gli amici presenti nelle foto, il sostegno agli ipovedenti nel conoscere le persone presenti negli scatti. Curiosamente, alcuni utenti si sono ritrovati tale opzione – forse per un errore nella fase di avvio della novità – attivata di default: per cautelarsi, quindi, è bene controllare ed, eventualmente, disattivarla. Lato web, basta cliccare sul triangolino in alto a destra del sito di Facebook, cercare prima le impostazioni, e poi la voce “Riconoscimento facciale” mentre, lato app, dopo aver tippato l’icona delle 3 linee orizzontali ed essere entrati nelle impostazioni, basterà cercare – in Privacy – la voce Riconoscimento facciale.
Uno degli esperimenti nel quale Facebook si sta cimentando (grazie ad un team di 24 programmatori) è quello degli annunci pubblicitari interattivi, che consentiranno di provare i giochi a pagamento prima di effettuarne l’acquisto, un po’ sulla scia di quant’avviene già nello store di Android con la piattaforma Google Play Instant. Il funzionamento di tali inserzioni sarà molto semplice, sia nella versione desktop che applicativa di Facebook, in quanto questi ultimi appariranno come normali post, con una descrizione ed uno spazio illustrativo dedicato al gioco: cliccando su quest’ultimo laddove è scritto “tap to try”, si potrà provare il gioco per poi decidere se comprarlo, su Play Store o App Store. Secondo il dipartimento marketing del social, ed è qui la motivazione del test, gli utenti passerebbero il 47% del tempo in più sugli annunci interattivi che su quelli classici/statici, con la conseguenza che – a fronte del medesimo investimento – alcune gaming house (tra cui Miniclip Nick Tsimpidaros) avrebbero avuto un ritorno doppio.
Sempre in tema di esperimenti, i colleghi di “Engaged” hanno ricevuto conferma del prossimo arrivo di una nuova funzione, attualmente in sperimentazione presso un ristretto numero di editori, chiamata “Premieres”, che permetterebbe di inoltrare su Facebook Live contenuti già registrati, senza ricorrere a soluzioni di terze parti. L’apparente controsenso del test (inviare elementi registrati in un canale per le dirette) sarebbe ovviato dalla probabile destinazione di tale feature all’interno della piattaforma di streaming on demand del social, “Watch“, ove verrebbe usata per mostrare trailer di film, video musicali, e spettacoli vari: secondo quanto è dato sapere, Premieres sarà equipaggiata con una chat, in modo che gli utenti possano anche interloquire tra loro nel mentre godono di un dato video (come introdotto, tempo fa, da YouTube).
Infine, una novità di più ampia prospettiva, sempre in salsa Facebook, riguarda i processori. Il portale Bloomberg ha scovato un annuncio di lavoro in cui il noto social cercherebbe un ingegnere esperenziato che lavori con il team software in modo da creare chip personalizzati su particolari dispositivi, e versati nel supportare le funzioni AI, di decodifica video, e nei meccanismi di comprensione (machine learning). Un annuncio, in fondo, non sorprendente, considerando che Facebook già ora è attiva nell’hardware, con i visori Oculus VR (per ora gestisti da un Qualcomm Snapdragon 821), e considerato che, al prossimo F8, in assenza dell’affaire “Cambridge Analytica”, si sarebbero dovuti presentare i due primi speaker smart di Menlo Park.