Facebook: fine settimana tra iniziative positive, polemiche e grane istituzionali

Ottime notizie per le iniziative in tema di beneficenza, lotta alla violenza, alle app curiose, ed alle cancellazioni senz'appello: Facebook, colosso dei social network, però, non si sottrae a nuove querelle istituzionali e a polemiche di vario genere.

Facebook: fine settimana tra iniziative positive, polemiche e grane istituzionali

Fine settimana all’insegna di Facebook, con la celebre piattaforma social che, già impegnata nel varo di una propria commissione di vigilanza sui contenuti rimossi, ha rivelato di aver cancellato diversi gruppi accusati di suprematismo bianco e bloccato app troppo curiose in tema di privacy.

Nel mentre procedono a gonfie vele le raccolte di beneficenza, ed arrivano nuovi strumenti per gli inserzionisti, non manca la consueta dose di problemi con le istituzioni, e di polemiche assortite.

Dettagli sulla “Corte Suprema” in blu

Di recente, Facebook ha comunicato l’intenzione di allestire una commissione autonoma (dacché sarà pur sempre pagata da un fondo di Facebook) di vigilanza, la Oversight Board, che dovrà decidere sugli appelli lanciati dagli utenti in rimostranza a cancellazioni ritenute ingiuste. Ebbene, dopo il clamore dell’annuncio, iniziano ad emergere ulteriori dettagli su questa “Corte suprema” che, entro fine anno, in modo da essere operativa nel Novembre del 2020, sarà composta da 40 membri: questi ultimi potranno rivestire l’incarico solo per tre mandati triennali, e lavoreranno (tranne chi si occuperà di una scrematura iniziale) part-time.

Le decisioni prese saranno vincolanti, ma solo per il caso in oggetto, visto che spetterà a Facebook decidere se renderle regole generali, e considerando che un contenuto potrebbe essere illegale in una cultura, ma ritenuto giusto in un’altra. In ogni caso, sembra che la Oversight Board si occuperà solo dei casi più importanti che, per le loro indicazioni profonde, siano ritenuti più delicati (es. le proteste a Hong Kong, le accuse di interferenze mosse alla Russia).

Beneficenza

Facebook è sempre stata attenta al tema della beneficenza, tanto che i suoi strumenti ad hoc, implementati nel social, ed aperti a 1 milione di onlus, secondo quanto reso noto da Menlo Park, hanno permesso di raccogliere in 4 anni di funzionamento ben 2 miliardi di dollari netti (la piattaforma non trattiene alcuna fee), dei quali la metà è stata conseguita grazie al contributo di 45 milioni di utenti in occasione delle raccolte fondi varate per i rispettivi compleanni.

Anche Instagram, di recente, tramite un apposito badge per le Storie, si è aperta al mondo della beneficenza, della filantropia, e delle raccolte umanitarie.

Lotta a violenza ed app curiose

Alla fine delle indagini sul caso Cambridge Analytica, Facebook aveva bloccato 400 applicazioni, tra cui la piattaforma coreana Rankwawe e l’app di test myPersonality (usata da 4 milioni di utenti) che, collegate al social, avevano raccolto i dati sensibili degli utenti senza il consenso di questi ultimi. Ora, il social, onde mostrare un deciso cambio di marcia in merito, fa sapere di aver rimosso molte altre app per lo stesso motivo, nello specifico “decine di migliaia”, realizzate da 400 programmatori differenti.

Anche la battaglia contro l’odio, la violenza, ed il razzismo procedono incessantemente a Menlo Park, col social che ha rivelato di aver rimosso 200 gruppi di suprematisti bianchi, scovati tramite il contributo del machine learning, progressivamente migliorato, ma sempre coordinato nell’azione da un team di 350 persone che, messe insieme per occuparsi di antiterrorismo, sono state incaricate anche di bloccare contenuti e proclami inneggiati la supremazia bianca, ben distinguendoli da quello che afferisce al legittimo orgoglio nel proprio retaggio etnico. In più, la sezione della policy (Standard della Community) che si occupa di “Persone e Organizzazioni Pericolose”, ora fa esplicito riferimento, quale campo d’azione allargato da attenzionare, a omicidi di massa, attività criminali, odio organizzato, traffico di esseri umani, terrorismo, violenza organizzata.

Nuove pubblicità, interattive

Tramite un post sul proprio blog ufficiale, Facebook ha reso noto l’arrivo di nuovi formati pubblicitari, più divertenti e interattivi: i video poll ads, già presenti da inizio anno su Instagram, entro questo mese faranno il loro ingresso nel NewsFeed mobile degli utenti, mentre per le inserzioni in realtà aumentata (es. nel test con WeMakeUp si potevano provare virtualmente i rossetti, con conseguente maggior conversione verso gli acquisti degli stessi), entro quest’autunno, si prevede di metterne a disposizione globalmente il formato beta aperto. Le playable ads, o inserzioni giocabili, prima limitate ai marchi della videoludica, sono state messa a disposizione di tutti gli inserzionisti, che potranno – di conseguenza – servirsene per raggiungere i propri obiettivi, tra cui un maggior ricordo dell’inserzione stessa, o la crescita di percezione positiva verso il brand.

Problemi e polemiche

Come ormai da tradizione, dopo la parte costruens, il discorso su Facebook vira immancabilmente su quella destruens, formata da problemi e polemiche. Nel primo caso, già noto che da Luglio il Dipartimento di Giustizia americano e la FTC hanno messo sotto la lente d’ingrandimento i grandi colossi hi-tech (tra cui anche Amazon, Google, ed Apple) per presunte pratiche anticoncorrenziali, volte a mantenere una posizione di predominio nei rispettivi ambiti, incominciano ad aumentare anche i procuratori generali che hanno avviato indagini in merito su Facebook: se a metà Settembre di parlava di quello di New York, ad oggi se ne sarebbero aggiunti altri 8 (Iowa, Ohio, Tennessee, Columbia, Nebraska, Carolina del Nord, Colorado, Florida).

Ancora grane dalle istituzioni. Nei giorni scorsi, Zuckerberg in persona si è recato a Capitol Hill, sede del governo americano, per rassicurare senatori e deputati repubblicani e democratici su varie questioni, e discutere col presidente Trump sulla regolamentazione della rete Internet. Tuttavia, ad una precisa domanda del senatore repubblicano Josh Hawley, il CEO del social network in blu ha affermato di non aver alcuna intenzione di dismettere WhatsApp e Instagram. Non proprio il massimo, considerando che alcuni candidati alla Casa Bianca coltivano con simpatia l’idea dello “spezzatino” del gruppo hi-tech di Menlo Park.

Oltre agli utenti, anche il mondo degli esperti inizia a criticare aspramente Facebook, seppur in merito al lancio di Libra. Dopo che Jake Chervinsky, esperto in nuove applicazioni finanziarie, aveva criticato la valuta di Facebook dicendo che non aveva nulla a che fare con le vere criptovalute, Joseph Lubin, creatore di Ethereum ha detto che tale progetto, che potrebbe prendere il via senza problemi nel caso Facebook evitasse di esservi coinvolto direttamente, oltre a portare benefici al settore (più visibilità ed utenti) della finanza digitale, potrebbe essere un “male per l’umanità”.

Capitolo polemiche. Da qualche giorno iOS 13 stabile è realtà, e inizia ad aumentare il numero delle persone che lo hanno installato, beneficiando dei suoi maggiori controlli in ambito privacy, col sistema operativo che palesa avvisi ogni volta che un’app tenta ti accedere a componenti del telefono che possono essere sfruttate per la geolocalizzazione dell’utente. Ebbene, tra gli avvisi apparsi, oltre a quello da mettere in conto sul GPS (sul quale la stessa Facebook aveva messo le mani avanti), se n’è mostrato anche uno che fa riferimento al Bluetooth, evidentemente usato in precedenza sempre per il geotracking profilativo dell’utente, a scopo pubblicitario.

Continua a leggere su Fidelity News