YouTube vs Spotify: tante novità per meritare il trono del music streaming

Se Spotify procede con maggiore calma, inanellando tante piccole migliorie volte a perfezionare ed arricchire funzioni e contenuti già presenti, con un trend crescente per i podcast, Google non si concede tregua dal rendere sempre migliore YouTube Music.

YouTube vs Spotify: tante novità per meritare il trono del music streaming

Le principali applicazioni di music streaming del momento sono, senza dubbio, YouTube Music e Spotify che, in vista dell’incipiente fine settimana, si sono guadagnati i canonici 5 minuti di popolarità, tramite un’estesa serie di novità, messe in capo o semplicemente prospettate, a favore delle rispettive utenze. 

Come promesso ormai da qualche mese, nelle ultime ore Google ha staccato la spina a Play Music, tanto che, nel cercare di avviare tale app, si viene accolti dall’invito a trasferire la propria musica sul nuovo servizio YouTube Music, o a scaricarne / eliminarne la libreria (ed i consigli relativi). In vista di quest’esito, Google, che nei giorni scorsi ha offerto anche agli utenti free la possibilità di scaricare off-line le proprie canzoni, o di riprodurre via speaker anche le playlist contenenti musiche proprie, ha annunciato (dopo quello di metà Ottobre) un nuovo aggiornamento per la versione Android TV di YouTube Music, che ora mostra anche le tracce in coda a quella in riproduzione e, in aggiunta, a beneficio di Android Auto, si è stabilito che anche gli utenti free possono riprodurre le playlist con le canzoni caricate manualmente: basterà esplorare l’icona delle playlist, in basso a sinistra, o chiedere di farlo al concierge virtuale, cose che prima erano concesse solo agli utenti paganti, con quelli gratuiti che, su Android Auto, non disponevano neanche di un piano gratuito per ascoltare la propria musica inframezzata dalla pubblicità. 

Dopo lo sbarco su WatchOS, prima che su WearOS, YouTube Music continua a preferire la Mela Morsicata, visto il roll-out di widget per la Home di iOS 14 su tablet e iPhone Apple, con ben tre formati 2×2, 2×4 e 4×4: l’unico inconveniente è che il widget (scelto premendo un’area del display, toccando il più in alto a sinistra, selezionando quello desiderato, e ponendolo nella Home) non permette di controllare i contenuti visualizzati (video, playlist, album), ma solo di guardarli, assieme all’elenco dei contenuti riprodotti di recente. 

Passando al principale rivale di YouTube Music, Spotify, il servizio nordeuropeo diretto da Daniel Ek ha messo nuovamente mano alle playlist collaborative (creabili assieme ad amici, colleghi, etc, con facoltà di convertire in tale tipologia qualsiasi propria playlist), che ora beneficiano di un nuovo sistema di condivisione, non più nascosto nel menu a 3 puntini, ma evidenziato da un pulsante, in alto a destra, che apre un apposito menu a comparsa. 

Sempre in tema di funzionalità, nella sezione “For the Record” della propria newsroom, Spotify ha annunciato di aver introdotto anche a favore dei podcast la capacità di essere gestiti tramite i comandi vocali dettati a Google Assistant che, prima d’ora, poteva gestire solo playlist e singoli brani: ora, invece, su smartphone, tablet, smart speaker, e display smart Google Home Mini, Nest Hub, Nest Audio, etc), sarà possibile usare gli stessi comandi vocali per chiedere che sia mandato in play un dato podcast di Spotify.

Altra novità appena messa a regime, sul versante però dei contenuti, è quella denominata “The Get Up”, concepita per sottrarre l’utente al dilemma se ascoltare un podcast o della musica per iniziare la giornata: il nuovo mix in questione, infatti, unirà, grazie agli algoritmi che elaborano i gusti dell’utente, dei podcast e delle canzoni che potrebbero piacergli, come in una Radio FM, però personalizzata, in questo caso condotta dai presentatori Xavier Jernigan, Kat Lazo, Speedy Morman

In tema di novità future, invece, ormai chiuso, come visto, Play Music, considerando che YouTube Music è arrivato per ora solo su WatchOS, gli utenti di WearOS hanno chiesto a Spotify, nella sua community, di implementare l’ascolto off-line della musica: l’azienda svedese ha prima risposto sostenendo l’impossibilità di assolvere alla richiesta data la complessità dell’ecosistema WearOS, con tanti dispositivi diversi al suo interno ma, in seguito ai feedback negativi dei propri fan, ha spostato l’etichettatura per la funzione suggerita, da Impossible a Under consideration. Secondo la leaker Jane Manchun Wong, infine, sembra che Spotify stia ancora lavorando alla funzione per la condivisione dei testi musicali, tramite quelle che, a oggi, dalle schermate condivise, sembrano delle schede, o cards / cartoline

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